Un
titolo che è tutto un programma per questo nuovo post, del
tutto scritto, come si suol dire: “Di pancia”. Eh sì, un
post che voglio dedicare a una cara amica, alla quale è
successa una cosa molto spiacevole (al livello di scrittura, ovvio),
la cui vicenda non verrà esposta qui nei dettagli, anche
se l'argomento di cui voglio parlare, più o meno, cercherà
di toccarla, almeno in parte.
Per
essere più semplice e conciso possibile dividerò il
post in due parti:
- Internet & Copyright + Un semplice consiglio per evitare plagi.
- Il Malefico\schifoso\purulento\umiliante\degradante\retrogrado\deprimente\(aggiungete altri epiteti voi) mondo\cancro dell'Editoria a Pagamento.
Avrete
capito da soli che il mio “scrivere di pancia” di quest'oggi
deriva da un atavico e viscerale odio, per ciò ch'io (come
molti, tanti altri, per fortuna) considero il male peggiore da
estirpare, con alte e nere fiamme demoniache, di questo strano paese
che è l'ItaGlia. Da
scrittore Fantasy, ovviamente, amo le metafore Fantasy.
Voglio
cominciare con una frase che mi ha molto colpito, una frase che
reputo tra le migliori mai dette da uno scrittore, perchè non
finirò mai di ripetermelo, come un mantra, un dogma, un
qualcosa di sacro:
"Scrivere
è un lavoro, e lo si deve fare bene!"
Questo
lo diceva Josè Saramago, grande maestro di quest'arte...
Ma
io voglio indossare il famoso “mantello della superbia” e
prendere questa frase per trasformarla in qualcosa di diverso e
funzionale al post che sto scrivendo, nella speranza che Josè
non cominci a far capriole nella tomba, ma spero mi perdonerà:
"Scrivere
è un lavoro e, se lo si sa fare bene, si può meritare
d'essere pubblicati, altrimenti no!"
“Perchè
no? Chi sei tu per giudicare!?” Sento già le voci...
Perchè
se tutti gli aspiranti scrittori utilizzassero questo criterio, non
esisterebbero gli Editori a Pagamento, i quali hanno approfittato
(caso strano solo in ItaGlia) di un fenomeno volgarmente detto Vanity
Press, per fare tanti soldi sulla pelle di innocenti (davvero
innocenti?) esordienti scrittori, che farebbero di tutto per avere il
proprio nome su una copertina stampata in carta opaca.
Tutto
questo potrebbe sembrare una cavolata “Ma dai, Tiziano, come sei
pignolo!”, “Uno deve essere libero di scegliere, no!?”, “Se
esistono queste tipologie di editoria, significa che funziona, no!?”
Bene... Se tu che stai leggendo hai pensato una frase del genere, o
simile, come direbbe il buon Sgt. Hartman: “Strangolati da solo!”
Hai pensato di pubblicare a pagamento!? Strangolati da solo!
Perchè
l'Editoria a Pagamento non solo danneggia l'editoria in sé,
già in crisi da tempo, ma anche quelli che hanno un
minimo di cognizione di causa nello scrivere, e che non fanno poi
così tanto schifo, e che sperano in una meritata pubblicazione
da parte di un editore serio.
Ma
ora veniamo al succo del post, dopo aver visto questo doveroso
filmato...
- INTERNET & COPYRIGHT
Collegandomi
alla vicenda di questa mia amica, posso toccare diversi punti che mi
premono parecchio.
Dunque...
La mia amica possiede una pagina su FacciaLibro da parecchio tempo,
con tantissimi fans (circa 94.000), su cui scrive pensieri suoi,
pensieri che condivide in rete quasi ogni giorno, attingendo a una
grande risorsa che in molti non hanno: Cuore & Coscienza di ciò
che si scrive.
È
purtroppo successo che qualche buontempone (di cui non faccio il nome
per evitare immeritata pubblicità), ha semplicemente usato
CTRL+C & CTRL+V sulla sua pagina e, millantando d'avere propria
fantasia, ha pubblicato tutto il lavoro di questa mia amica in un bel
libercolo, distribuito da una... Casa Editrice a Pagamento, che da
questo punto in poi chiamerò, per semplicità e giusta
corrige, Tipografia.
Ora...
Forse il buontempone non sapeva, ignorava, o semplicemente non ha
preso in considerazione che, la legge sul Copyright, è in
vigore anche su qualsiasi opera in internet, il cui autore sia
comunque vivo (mi pare che la legge decada dopo 70 anni dalla morte
dell'autore, in mancanza di rinnovo dagli aventi diritto), e che
qualsiasi citazione, estratto, o simil-modifica della cui opera, deve
essere menzionata come citazione, o come fonte, da chi la pubblica
(con vantaggio di entrambi).
Basta
andare su Wikipedia, alla voce Copyright, vi metto alcuni link utili: Copyrigth
\ Diritti d'autore Italiano
\ Copyright Testi
Beh...
Questa mia amica, giustamente, ha avuto un travaso di bile, nel
vedere tutto il suo lavoro pubblicato da altri, ma deve comunque star
calma e rilassata: Provare che il libercolo, stampato dalla
Tipografia e millantato come lavoro proprio, sia un plagio bello e
buono non ci vuole molto, e un avvocato con un minimo di conoscenza
può tranquillamente provarlo.
Beh,
si sa: Il bello di Internet è che se scrivi qualcosa sulla
rete, questa rimane per sempre, perciò nessun problema...
Data, ora, luogo, autore, ecc. Non si sfugge.
Come
amo dire: Su Internet, una cazzata è per sempre!
Ci
vorrà pazienza, data la lentezza dei processi civili (a
meno di patteggiamenti), ma alla fine: Pessima figura per il
buontempone, tanto letame da spalare per l'editore (a meno che il
buontempone non abbia firmato la classica liberatoria sul 'tutto
farina del mio sacco', standard nei contratti editoriali, in questo
caso cavoli del buontempone e meno grane per l'editore), e grande,
grande pubblicità (e un bel po' di pecunia, ovvio) per la mia
amica, alla quale ho sempre consigliato di scrivere un libro, ma
invano... Dalle mie parti si dice 'è dura come una pigna
verde', ma credo e spero che ora cambierà il suo modo di
vedere le cose, altrimenti potrei rispolverare parecchie citazioni
del Sgt. Hartman, anche per lei.
UN
PICCOLO CONSIGLIO PER EVITARE IL PLAGIO E LE NOIE
Quindi,
alla luce di ciò, Internet è un luogo abbastanza
sicuro, almeno si spera, per chi, come me, la mia amica, e tanti
altri, cercano un piccolo ritaglio di visibilità in questo
mondo di parole e sogni. Comunque prendere dovute precauzioni in
merito non è poi tanto male, specialmente se si ha scritto un
libro e si ha deciso di metterlo in rete e farlo leggere a persone
sconosciute.
Ora...
Io ho ben pochi problemi in merito: Il mio libro, messo on-line
su questa pagina, è il primo di una lunga saga... Copiarlo
sarebbe stupido da parte di chiunque, non conoscendone il seguito, ma
per uccidere ogni tentativo mi sono premonito tempo fa, auto
inviandomi il libro cartaceo a casa. È il metodo migliore per
difendersi da eventuali plagi.
In
pratica si prende il nostro libro, stampato con tanto di nome,
cognome, data di stampa, data di creazione, e tutto quello che ci
volete mettere... Lo si firma lo si infila in una busta sigillata, si
affranca, e lo si spedisce a casa propria. Una volta consegnato NON
LO SI DEVE APRIRE! Lo si tiene in casa, con tanto di timbro postale,
che farà fede come Copyright in caso di necessità. In
quel caso dovete solo sperare che un buontempone ve lo copi.
Poi
ci sono altri metodi che potrete reperire su internet, ma questo è
più economico, veloce e altrettanto sicuro, che andare alla
SIAE e pagare un canone annuale. Fidatevi.
- IL CANCRO DELL'EDITORIA A PAGAMENTO
Per
parlare di questo vasto e increscioso argomento, devo fare delle
premesse, e una piccola regressione nel mio bagaglio personale di
conoscenza.
Piccola
premessa:
Definizione
di Editore: Imprenditore o società che pubblica
libri, giornali, dischi, cassette e simili.
Definizione
di Imprenditore:
Un imprenditore è una
persona o un ente che istituisce e/o gestisce, in toto o in parte
assieme ad altri soci imprenditori, un'attività economica
d'impresa,
assumendosi il cosiddetto rischio
d'impresa.
In
questo caso riassumo personalmente, essendo un argomento piuttosto
vasto... Purtroppo non sono esperto in campo giuridico e cercherò
di essere conciso e più preciso possibile:
Definizione
di Rischio
d'Impresa:
In soldoni... L'Imprenditore che vuole guadagnare da un'attività
(che sia personale, o di terzi che gli cedono i diritti di gestione),
si accolla spese e rischi, dividendo i guadagni in base agli stessi.
Nel nostro caso: L'Editore X, che crede che il libro Z dell'autore Y
sia buono, si accolla tutte le spese per guadagnare sul libro Z di Y,
dividendo i guadagni in base a un contratto. Y non deve far altro che
cedere l'usufrutto della sua opera Z a X, e X deve cercare di farla
fruttare, anche se non è sicuro all'inizio che Z sia un
prodotto che venderà.
Definizione
di Editore a Pagamento (Tipografia): Lo scrittore Y paga X per far
pubblicare Z.
Bene...
Avendo fatto queste premesse, posso andare a parlare di questo cancro
da estirpare...
Come
mi ripeteva un mio amico scrittore: “In Italia esiste uno scrittore
ogni 2 numeri civici, ma in media si legge un libro l'anno, inclusi i
libri di cucina e affini.”
Ciò
comporta l'esistenza di tantissimi scrittori incapaci, i quali (non
la maggior parte, ma abbastanza), si credono meritevoli di
pubblicazione. Questi scrittori mandano i manoscritti agli editori
“seri”, e ingolfano il già ingolfato sistema editoriale
(più o meno una cinquantina di libri nuovi ogni giorno per
casa editrice).
Gli
editori, d'altro canto, devono far fronte a questa mole di
manoscritti e, dato che un editore “serio” è un
imprenditore, non pubblica “spazzatura” (vabbè... Facciamo
caso che sia così, altrimenti devo scrivere un altro romanzo
in merito a parecchia spazzatura), scarterà tantissimi (il
99.9%) di questi scritti. Fin qui tutto bene, ma purtroppo non è
finita.
A
questo punto cosa fa il nostro eroe?
Ma
ovvio! Mica cerca di scoprire perchè non è stato
pubblicato!
(Piccola
parentesi per spezzare una lancia in favore del nostro eroe
scrittore: La maggior parte degli editori “seri” non spedisce
risposte “di rifiuto”, è un'usuale prassi, perciò
lo scrittore non saprà quasi mai il perchè non verrà
pubblicato, e a volte validi manoscritti vengono scartati solo perchè
sono stati scritti da un signor Nessuno, ma prendete il mio esempio
come se lo scrittore in questione fosse davvero un emerito incapace.)
Quindi
il nostro eroe cercherà altre vie, e spedirà il
manoscritto ad altri editori più “piccoli” e meno famosi,
incrementando il fenomeno detto Vanity Press.
(Altra
aprentesi di informazioni: La più grande Tipografia a
pagamento è la Albatros edizioni, ex Il Filo Editore, che ha
dovuto cambiare nome per beghe di natura legale. Avrete di sicuro
visto la pubblicità in TV. È a pagamento! Non pensateci
nemmeno! Provate a comprare un loro libro e vi accorgerete sin da
subito che pubblicherebbero il cosiddetto “cane & porco”,
senza un minimo di editing o roba simile.)
Gli
editori in questione sono solo Tipografie, le quali, dopo nemmeno 1 o
2 mesi, vi spediranno un contratto editoriale, dicendovi che il
vostro manoscritto è il nuovo Gattopardo, ma con delle
postille simili: “L'editoria Italiana è in crisi...”,
“Dividere i rischi d'impresa...”, “Essendo un esordiente,
allora...”, “Anche Pasolini, Svevo e Moravia hanno cominciato
così...” e altre cazzate... A quel punto vi chiederanno un
“piccolo contributo” di edizione, il quale di solito si aggira
intorno alle X euro a pagina.
Esempio
pratico e personale...
Spedii
proprio alla Albatros (per pura curiosità, e sapendo chi
erano) il mio primo libro, ma non quello originale, ma la bozza, con
errori e tutto il resto. Sapevo cosa sarebbe successo: Dopo 1 mese mi
arriva opuscolo, libercolo tutto infiocchettato, contratto
editoriale, con tanto di sbrodolamento del “quanto è
bello”... Il tutto alla modica cifra di 3200 euro!
Per
riprova, dato che sono pure bastardo, chiamai la Albatros, e mi feci
passare l'addetta alla lettura dei manoscritti che aveva preso in
carico il mio.
La
discussione andò più o meno così (vado dritto al
punto):
[discussione
futile saltata]
Io:
“Nella lettera mi dite che vi è piaciuto, ma io vorrei
sapere quale parte vi è piaciuta di più...”
Lei:
“Beh... Ehm... Ora non ricordo di preciso, ma parecchie parti, come
il finale, ecco.”
Io:
“Davvero!? La scena del serpente gigante che sbuca dal mare?”
Lei:
“Eh sì! Ora ricordo! Quella del serpente gigante era ben
fatta, direi... Molto realistico, e poi l'hai descritta con molta
enfasi.”
[segue
discussione futile]
Bene...
Nel mio libro non esiste nessun serpente gigante che spunta dal mare,
per intenderci. Manco l'avevano letto. Avevano visto un libro Fantasy
di 320 pagine e hanno fatto il conto: 320 X 10 = 3200 euro. Alla
faccia del rischio d'impresa!
Ma
veniamo ad altri punti più pratici del perchè NON
BISOGNA MAI PUBBLICARE CON UN EDITORE A PAGAMENTO:
1
– Vi fanno pagare per un vostro lavoro. (Voi non guadagnereste
nulla, mentre l'editore ha un rientro immediato, e guadagnerebbe pure
sulle poche copie che venderete ad amici e parenti.)
2
– Non c'è editing, né pubblicità di sorta, né
distribuzione, né altri vantaggi. Se volete una riprova,
provate a prendere un libro a caso della Albatros, andare nella
libreria più grande della vostra città, e chiedete del
suddetto. Non ce l'avranno mai! E dovrete ordinarlo!
3
– Se un giorno scriverete un romanzo davvero valido, gli editori
“seri” non prenderebbero mai in considerazione uno scrittore
sconosciuto, che per giunta si è rivolto a un editore a
pagamento per pubblicare la prima volta (vi brucerete, insomma).
4
– È umiliante.
5
– Di libri ne escono anche troppi in Italia, e nessuno legge,
figuriamoci se leggono un libro di uno sconosciuto senza la benchè
minima pubblicità.
6
– Praticamente l'autore si “ricompra” il proprio libro, e si
trova a dover vendere le centinaia di copie “omaggio” da solo,
che saranno forse comprate da amici e parenti, che l'autore dovrà
inseguire chiedendo pietà. Insomma... Umiliante (l'ho
già detto!?)
7
– Per ogni scrittore pubblicato a pagamento, altri 10 scrittori
validi non vengono pubblicati, poiché si ricicla un circolo
vizioso di “diffidenza verso l'esordiente” da parte degli editori
“seri”.
8
– Non migliorerete mai il vostro stile di scrittura!
9
– È sicuramente meglio il Printing on Demand, dato che si
poggia sullo stesso principio, ma almeno si ha il guadagno totale
sull'opera e si fa tutto da soli.
10
– Se volete avere un'idea più precisa su quante (troppe)
case editrici a pagamento esistano in Italia, via basterà dare
un'occhiata a questo sito
e alle loro liste di Editori a Pagamento,
per rendervi conto di quanti sono.
Vi
sarebbero 1000 altri motivi per non pubblicare a pagamento, ma
preferisco fermarmi qui. Tratterò l'argomento in un altro post
a parte, in modo da essere più bastardo e viscerale possibile
su questo cancerogeno fenomeno.
Ricordatevi:
Se siete validi scrittori (se ne avete la certezza, non se lo
credete), un motivo per cui nessuno vi ha ancora pubblicato è
anche per questo surplus di libri scadenti messi in circolo da queste
Tipografie, che poggiano le basi della loro esistenza sulla sola
vanità degli autori che le hanno pagate. Quindi combattete
questo fenomeno malsano con ogni arma possibile, in primis non
spedendo loro manoscritti, né cedendo alle loro lusinghe
qualora lo faceste.
Beh...
Sono giunto alla fine del post e, come sempre, vi do appuntamento
alla prossima volta.
Un
saluto a tutti!
Sono d'accordo.
RispondiEliminaChissà perchè cose del genere capitano solo in Italia...fanno venire il nervoso.
P.S. Ho appena scaricato il tuo libro :)
Eh... Se lo sapessi, avrei le chiavi del mondo :) A parte gli scherzi...
EliminaGrazie per aver scaricato il libro, spero ti diverta a leggerlo.