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lunedì 16 aprile 2012

LA PRIGIONE DORATA...

La posso chiamare Prigione di Carta, la posso chiamare Ossessione, oppure, come molti fanno, chiamarla Scrittura di Genere. Ebbene sì, oggi voglio tornare a parlare di Fantasy, ovvero di ciò che scrivo, ma in un'altra maniera. 
 
Pochi giorni addietro, passati i gozzovigli Pasquali e digeriti vari pranzi e cene, mi sono ritrovato a leggere una delle riviste di scrittura procurata su Internet, la quale, tra i vari articoli, trattava di una cosa in cui mi sono davvero riconosciuto: Lo scrittore di genere, ovvero colui che scrive “solo” un tipo di storia\racconto\romanzo, e non lo abbandona più, sia per sua iniziativa, che per altri fattori che esulano dalle sue scelte.

Ora, come ben sapete, personalmente mi ritengo parte di questa categoria di “scrittori”, vittima mio malgrado di una passione che sfocia in vari imbrattamenti di pagine e pagine giornaliere, quindi perchè non scrivere un bel post sull'argomento? Perchè no... 
 
Dunque, voglio partire citando alcuni nomi di scrittori 'poco conosciuti': Arthur Conan Doyle, J. K. Rowling, J. R. R. Tolkien, e Georges Simenon
 
Cosa vi viene in mente a leggere questi nomi?

Beh... Ma vi devo proprio dire tutto io!?

Conan Doyle: Sherlock Holmes
Rowling: Harry Potter
Tolkien: Il Signore degli Anelli
Simenon: Il commissario Maigret
 
E che cosa c'entrano questi quattro sconosciuti con me? Beh... Io sono più bravo. 
Vabbè, dai... Potete smettere di ridere. 
 
Tornando seri, come avrete capito ho voluto citare questi quattro mostri per farvi venire alla mente le loro opere, oramai rese immortali dal successo che hanno avuto. 
A parte la Rowling, gli altri tre sono oramai sottoterra da un po', ma tutti e quattro hanno una cosa che li accomuna (Ci sarebbero altri scrittori da citare, ma volevo essere breve e conciso), ovvero: Suscitano nei pensieri della gente la stessa associazione di idee. 
 
Se si pensa a Conan Doyle si va subito ai romanzi denominati “Gialli deduttivi”, ovvero Sherlok Holmes. Per la Rowling alle “Fiabe” di Harry Potter (Le definisco fiabe per una mia personale opinione, benchè apprezzi Harry Potter e la sua genialità). Per Tolkien al genere più classico del “Fantasy”, e il suo Signore degli Anelli. Infine, Simenon, per il genere “Poliziesco” che ha dato vita al commissario Maigret. 

 Inutile dirvi chi è costui... Lo avrete di certo capito da soli.
  
Quattro scrittori, quattro generi diversi, quattro “prigioni” che li hanno resi celebri agli occhi del pubblico, tanto da non potersi più discostare dai loro personaggi: 
Conan Doyle fu costretto a “resuscitare” Sherlock Holmes dopo averlo ucciso, per evitare il linciaggio dei suoi stessi lettori. 
Tolkien, invece, era talmente preso dal suo mondo, che pure sulla sua tomba e quella della moglie fece scrivere i nomi di sue dei suoi protagonisti (Beren e Lúthien Tinúviel, eroi della sua Prima Era). 
Simenon, uno dei più prolifici scrittori del XX secolo, ha dedicato ben 107 opere al suo Maigret (Fonte Wikipedia). 
Rowling, ancora “fresca” alle nostre memorie, sta facendo di tutto per preservare i diritti sul suo Harry, per difenderlo da racconti e romanzi non autorizzati.

Se si pensa a Tiziano Baroni, beh... Lasciamo perdere... Per ora (Risata satanica di sottofondo).

Questo tipo di “associazione di idee” può essere fatto anche in altri campi, come nel cinema, per esempio: Paolo Villaggio, Hugh Laurie, e William Petersen
Se non li conoscete... Beh, usate Google.

Ora, dopo questo preambolo che mi ha consentito di introdurre per bene il concetto che voglio spiegare, andiamo a vedere cosa realmente voglio dire...

J. R. R. Tolkien, in una delle tante foto che circolano su internet.

Giorni addietro stavo parlando con un mio amico, e discutevamo di come farsi pubblicare. Lui, dopo una buona mezz'ora di conversazione mi dice: “Perchè non provi a scrivere qualcosa di diverso? Il Fantasy, sai... Non è un genere semplice per un esordiente che cerca un editore. Almeno credo...”

Ok... Provai a scrivere un giallo, semplice semplice, senza tanti fronzoli. Risultato: Dopo dieci pagine il mio detective parlava con la Morte, e dopo venti doveva fuggire da un Demone incazzato nero. “Ma porca...” dissi io. Ma che ci posso fare: 

“Per scrivere bene bisogna scrivere di ciò che si sa.” 
O almeno così si dice...

Non sarò un capostipite del Fantasy, per ora (Altra risata satanica), ma mi piace scrivere Fantasy, e mi sento più a mio agio con quel dato genere. 

Però non è scrivendo un solo e unico genere che si migliora, no... Uno scrittore che si definisce tale deve sperimentare, provare, cambiare e rifare. Come prima vi ho detto, ho questa predilezione per il genere, ma non ho detto che non ho mai provato e scritto cose diverse. Se vi piace scrivere Noir, Thriller, o Amore, perchè non provare con l'Horror, il Romanzo Storico, o l'Avventura? 

“Ma perchè mai dovrei scrivere una cosa che non mi piace?”

“Perchè dovrei mettermi a fare una cosa che di certo non mi riuscirebbe?”

Domande ovvie, risposta unica: “Perchè è un esercizio che vi aiuterà non poco a migliorare il genere che scrivete abitualmente.”

Questa cosa l'ho sperimentata sulla mia pelle (A parte il detective citato sopra). Quando si scrive una cosa per cui non ci sentiamo a nostro agio, si tende a essere più attenti, a chiederci se il dato argomento può essere verosimile, si scrive più lentamente, si mette in ogni parola più attenzione e, più spesso di quanto si crede, si arriva a ottenere un risultato anche decente, poiché si è anche costretti a documentarsi, se almeno si vuole dare il tocco in più al racconto\romanzo, e ciò, inevitabilmente, va a ricadere sulle nostre scritture abituali, giovando non poco.

Alcuni degli esercizi più difficili che mi sono trovato a fare durante uno dei corsi di scrittura a cui ho partecipato, furono: “Descrivi in 1000 battute la tua città.”, “Descrivi in 500 battute un membro della tua famiglia.”, “Descrivi in 500 battute te stesso.”

Facile, mi ero detto, facilissimo... Ma per nulla!

Appena 'impugnata' la tastiera mi trovai di fronte mille difficoltà, a parte il limite di battute: Dovevo far vedere al lettore (Show Don't Tell, ricordate?) quello che io ero abituato a vedere ogni giorno, e non era ciò che scrivevo di solito. Quindi!? Beh... Gli esercizi li ho fatti lo stesso, ci ho messo un po', ma ce l'ho fatta, raggiungendo un livello accettabile.

Quindi, alla fine di questo post, voglio dire che non è tanto importante quale prigione si è scelto per se stessi, purchè si abbiano le chiavi per fuggirne ogni volta che si vuole. L'importante è non fossilizzarsi sempre su un unico genere, e scrivere e leggere cose sempre diverse per migliorarsi. Poi, vabbè... Se riuscite a scrivere un nuovo Harry Potter, o un nuovo Sherlock Holmes, beh... Buon per voi! Io provo con il mio Nike.

Beh, siamo giunti alla fine del post, e come ogni volta: Un saluto a tutti!

4 commenti:

  1. FANTASYFANTASYFANTASYYYY quanto ti capisco, io un giorno o l'altro morirò per overdose di vantasi, da anni ormai questo genere per me è come una droga. Ho letto tantissimi libri di diverso genere (Adoro Sherlock Holmes *_*), ma il fantasy non me lo toglie nessuno dalla testa.
    Molti dicono che sono molto brava a scrivere (bugiardi, non conoscono i veri mostri di quest'arte, io faccio solo scarabocchi), infatti se mi si da carta bianca ti sbatto in faccia un racconto (breve, si intende, dalle 20 alle 50 pagine) fantasy dopo 3/4 giorni, ma per scrivere un misero giallo (su ordinazione della Prof) di 10 pagine una settimana!!! Però questo tuo consiglio mi è piaciuto molto. E ora che ho scoperto che sei uno scrittore fantasy, beh nn mi resta che leggere Nike

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  2. Beh, e a me non mi resta che augurarti buona lettura, e sperare che ti piaccia XD

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  3. Anche io, come te, adoro il fatasy.
    Solo che il mio "problema" non è tanto scrivere, quanto leggere fantasy. Non posso farne a meno, e più che leggere, io divoro i libri.
    Ti faccio un esempio: non so sei hai mai letto Guerre del Mondo Emerso, della Troisi, ha più di mille pagine (che è più o meno la media di pagine per ogni libro che leggo). Una bazzecola, me lo sono letto in una settimana esatta, dalla domenica di natale alla domenica dopo, e nello stesso tempo, siccome mia mamma mi aveva nascosto il libro perché non facevo altro che leggere, mi sono letto atri due libri (della saga di Fablehaven).
    Quindi te ne puoi rendere conto da solo. XD
    In quanto a scrivere, diciamo che me la cavo, anche se c'è una cosa che non riesco a fare e che non sopporto: scrivere un testo su una traccia già data, soprattutto se ci sono da fare riflessioni, o comunque non è qualcosa abbastanza di fantasia.
    Comunque che il tuo blog si molto bello e utile, penso mi servirà molto nei 4 anni di superiori che mi aspettano.

    P.S.:vedo che nella risposta sopra hai scritto "a me non mi". so che qualcuno dice che va bene scritto anche così, ma io non lo sopporto (XD), quindi per me considerati lapidato a suon di dizionari.

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    1. Beh, se è per il fattore lettura a "ingozzo" capisco cosa pensi... Anche io sono così, della serie mi finisco un libro in meno di un giorno se mi prende davvero, perciò apri un portone già aperto. Per quanto riguarda la Troisi, beh... Non ho un bel rapporto con i suoi libri, avendoli letti tempo addietro. Ne ho già parlato su alcuni post di cosa penso sulle sue opere.

      Per lo scrivere su una traccia, anche qui sono con te, nemmeno io amo scrivere su una scaletta, ma devo anche dire che sebbene scriva "a braccio", dopo 5 libri di Nike ho dovuto necessariamente farmi un mega foglio excel con tutto ciò che mi occorreva per non perdere il filo logico e temporale, e un po' di traccia me la devo comunque fare, è solo una questione di abitudine, di allenamento, e spero che tu possa scrivere a lungo e bene, e soprattutto che ti diverta farlo.

      P.S.
      Chiedo venia per l' "A me mi", in quanto toscanaccio ho queste licenze dialettali :)

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