E dopo tanti giorni
di assenza, rieccomi a dedicarmi alla stesura d'un post che, come da
titolo potrebbe far credere, non parla della famosa canzone dei Guns
'n Roses, ma della mia “avventura” Sabato in quel di Torino, in
modo da riassumere tutta la vicenda finchè è ancora
fresca fresca nella mia testa, poiché Welcome to the Jungle,
secondo me, è la descrizione migliore per quello che ho visto,
sentito, e passato in quell'arduo giorno.
Ma bando alle
ciance, concentratevi bene e cercate di diventare me...
Ma anche no, direte
voi. E a ragione... Beh, andiamo avanti.
Si dice che prima
d'un appuntamento ritenuto importante dalla maggior parte della
gente, si opti sempre e comunque per un sano e corroborante riposo il
giorno prima, in modo da giungere freschi e brillanti come dei
giaguari nella savana... Beh, nel mio caso potrei definirmi un
gattone più che un giaguaro, dato che sono andato a letto alle
4 del mattino, ma vabbè... Dettagli.
Per dare più enfasi, immaginate che i titoletti dei vari mini capitoli vengano fuori in blu, come scritti a computer sullo schermo, tipo film di guerra o simili, e che la vicenda sia raccontata con voce fuoricampo, roca e calda, tanto da trasmettere un sentore di trasandatezza e afosa umidità, da un doppiatore tipo Luca Ward, Pino Colizzi, o fate vobis.
Ore 7 A.M., Casa.
La sveglia alle 7
comincia a martellarmi le orecchie, e io, come una molla, salto in
piedi finendo quasi per sfracellarmi sul comodino. “Ottimo inizio.”
mi dissi, cominciando i preparativi.
Vestito di tutto
punto, non come un pinguino, ma comodo e sufficientemente elegante,
riempo la borsa dei famosi bigliettini da visita stampati settimane
prima, i quali 'pubblicizzano' il blog e la pagina Facebook,
portafoglio, cellulare, chiavi macchina, lista dei famigerati Editori
a Pagamento, e tabacco, controllata generale, poi via in macchina.
Prima tappa: Prendere mio cugino e signora, miei compagni di viaggio.
Ore 10 A.M., Casa di mio cugino.
Mio cugino e la sua
ragazza, che da questo momento chiamerò Mr. Pink e Mrs. Blue,
escono da casa e salgono in macchina, aria sbarazzina di chi non
conosce la guerra. Poveri sciocchi... Ingrano la prima e via per
l'autostrada, mentre Mr. Pink cerca disperatamente di impostare il
navigatore e di attaccarlo al parabrezza (Cosa che gli riuscirà
solo nell'ultima ora del viaggio di ritorno... Utile.).
Ore 12:30 A.M., Autogrill.
Sosta pranzo,
ovviamente. Discorsi generali sulla vita, e risate, una telefonata da
casa annuncia una buona notizia: Il fratello di mio cugino (Altro mio
cugino, ovvio), d'ora in poi Mr. Yellow, sta per diventare padre,
quindi Mr. Pink sta per diventare zio per la prima volta, io per la
seconda. Lievi bestemmie sulla tempistica dell'evento, ma comunque
nulla di cui preoccuparsi, torneremo in tempo per veder nascere il
pargolo.
Noto la classica
colonnina di occhiali da sole a venti euro, di quelli che ti
proteggono gli occhi dal sole al pari d'una tuta della Nike dalle
radiazioni dell'uranio. Scelgo un paio di occhiali dalle lenti
azzurre, che mi danno tanto l'aria da Tony Stark. Alla fine
risulteranno l'acquisto più utile.
Prima rapina: 70
euro di benzina, e non avevo nemmeno il serbatoio vuoto. Mi chiedo se
sotto al culo ho una Aygo o una Ferrari.
Beh... L'effetto era più o meno questo... O no!?
Ore 13:40 P.M., Torino.
Seconda rapina:
25,40 euro d'autostrada, più 1,70 euro per altri 3 km di
autostrada.
Il Lingotto si
lascia trovare facilmente, annunciato dall'atona e fastidiosa voce
del navigatore, il parcheggio un po' meno. Dopo due giri nell'enorme
parcheggio del Lingotto, ai cui gestori bisognerebbe spiegare il
concetto di 'posti liberi', troviamo posto nel seminterrato del
supermercato, ovviamente dalla parte opposta rispetto alla fiera.
Inforco gli occhiali alla Tony Stark, e mentre ci incamminiamo, parte
la musica “Ironman” dei Black Sabbath.
Ore 13:45 P.M.,
Torino Lingotto.
La musica di
“Ironman” si blocca di colpo, e parte “L'Inno del Corpo
Sciolto” di Benigni, appena usciti nella piazza antistante
l'entrata della fiera, un demone del fuoco ci lancia addosso tutti i
40 gradi della giornata, afa esclusa. In fila per i biglietti,
inoltre, scopriamo che la maggior parte della gente ha poca
dimestichezza con il sapone. Comunque, 10 euro d'ingresso, e via
dentro l'Inferno.
Dalle Ore 14:00 P.M.
Fino alle ore 18:00, Fiera del Libro.
Subito vengo
assalito dal senso di smarrimento. Ricevuta la mappa del posto, mi
trovo a contemplare la bellezza di migliaia di nomi di editori, e
subito il mio lato ottimista mi domanda chi sarà il “fortunato
vincitore”. C'è da perdersi in quel mare di gente e libri,
in uno stabilimento labirintico di stand, insegne e palchi dove
scrittori affermati parlano delle loro fatiche. Un'occhiata attorno e
decido di voler prima capire come funziona il posto. Comincio a
girare per stand, occhio analitico a ogni addetto ai lavori per
cercare di capire a chi devo rivolgere parola.
Intanto Mr. Pink e
Mrs. Blue scompaiono, o meglio: Sono io che scompaio in quella ressa
di corpi in movimento.
La mappa del salone...Manca la lista degli editori, ma come vedete, gli stand erano tantissimi.
C'è un caldo
insopportabile, tanto che i jeans mi si incollano indosso, faccio
scorta d'acqua e comincio la missione per cui mi sono preso la briga
di portare le chiappe sin lì. Mi trovo nel centro della fiera,
dove dominano le 'grandi', da Mondadori a Einaudi, ma parlare con
qualcuno sembra impossibile: Già di primo acchito intendo che
la maggior parte degli addetti sono ragazzi che nulla hanno a che
fare con la casa editrice, che mi rimbalzano da una parte all'altra
stile pallina da ping pong. Installo la migliore delle facce di
bronzo e carico la più fluente parlantina che riesco a
produrre. Devo rompere il ghiaccio, poi già so che tutto
scorrerà liscio.
La prima “vittima”
è la Sperling&Kupfer. Per fortuna trovo una gentilissima
ragazza che mi spiega le cose, ovviamente il mio primo approccio è
stato ridicolo e impacciato, della serie “Sarei, beh... Uno
scrittore, o roba simile...” Alla fine riesco a dare il primo
biglietto, e a capire a colpo d'occhio a chi devo parlare in ogni
stand. Comunque, mano a mano che andrò avanti, il “Sarei,
beh...” scomparirà, e inizierò a essere un bel po'
più 'confident'. Come si dice... “Genio, miliardario,
playboy, filantropo...” Oppure no!?
Di certo non starò
a raccontare proprio tutto, ma qualche passaggio per far meglio
capire la situazione in cui mi sono trovato.
Avete presente
l'ultima ruota del carro?
Bene...
Scordatevela: Se siete esordienti scrittori a caccia di editori alla
Fiera del Libro, siete i sassi che il carro incontra per la strada.
Dopo i primi
approcci lenti e impacciati, divento una macchina da guerra, e
perfeziono l'introduzione sempre più, fino a crederci persino
io. Purtroppo ciò mi serve solo a mantenere la sanità
mentale per proseguire stand dopo stand, lista degli Editori a
Pagamento in mano per scartare ogni fermata inutile e dannosa (E, vi
assicuro, gli editori a pagamento, o tipografie, sono l'80%, una
vergogna.).
All'inizio gli
addetti agli stand sembrano essere tutti afflitti dalla stessa
malattia: “Non ti conviene darmi il biglietto, perchè di
sicuro lo perderemo.” Per i primi lascio perdere, ma poi sviluppo
gli anticorpi e recapito lo stesso il cartoncino. “Se lo perdete,
beh... Ne ho tanti.” rispondo.
Ritrovo Mr. Pink e
Mrs. Blue, i quali hanno fatto spese. Aggiornamenti generali sulla
situazione 'essere zio', ma nulla di nuovo. Riprendiamo insieme il
cammino con più calma: C'è abbastanza tempo per tutto.
Lumi nel buio
tunnel: Alcuni editori si dimostrano gentilissimi e affabili,
disposti a parlare e (almeno in apparenza) interessati a valutare ciò
che ho da dire. Menzione d'onore alla Keltia Edizioni, nel cui stand
incontro una gentilissima signora con cui mi intrattengo per quasi 15
minuti a chiacchierare, ma ce ne sono stati altri altrettanto
gentili, e quei pochi (Ovviamente, con la gente e il casino che c'era
non pretendevo certo di essere ascoltato da tutti, e capivo la
situazione se mi mandavano a quel paese.) mi facevano il pieno di
energia per ogni risposta meno cortese che ricevevo.
La malattia del
“Tanto lo perdo” sembra cessare di colpo un'ora e mezzo dopo
quando, parlando con un espositore di una casa editrice medio-grande
(niente nomi in questo caso), intuii che si stava rifiutando di voler
prendere il biglietto, ma poi, vedendo la pagina Facebook, mi chiese
“Quanti fan hai?”, sorriso da parte mia. “Circa 1200.” Il
biglietto è stato preso.
Ovviamente ho avuto
anche riscontri poco piacevoli quando, di fronte al 'regale scranno'
di una delle case più vecchie, l'addetto, dall'alto della sua
esperienza, lamenta il mio “poco ortodosso” (Parole sue) metodo
di dare biglietti da visita, poiché i “veri” scrittori
consegnano manoscritti, e non bigliettini con siti internet.
“Senta” dico io.
“Se avessi dovuto portarmi dietro una copia del libro per ogni
editore, dovevo venire con un Tir.”
L'addetto chiama
pure in causa uno scrittore “affermato” della sua casa editrice,
chiedendogli se avesse mai mandato biglietti da visita per
pubblicare. Ovviamente, il tizio “affermato”, a meno d'un precoce
imbiancamento dei capelli, era tutt'altro che giovane, e dubitavo
persino nell'esistenza di internet ai “suoi tempi”.
Ero abbastanza al
limite della pazienza, era caldo, ero stanco, e poco incline alla
diplomazia, e non capivo il motivo per cui l'addetto si stesse
lamentando. Sono solo un giovane esordiente che cerca di trovare un
po' di spazio nella Giungla, mica un appestato! Poteva inventarsi una
scusa qualsiasi, o dire semplicemente 'no', o fare come tanti altri
hanno fatto prima di lui: “Lo perderei.”
No... Gli piaceva
lamentarsi. Vabbè... Il mondo è bello perchè è
vario.
“Ascolti” faccio
io, sempre con un sorriso a 32 denti. “Ognuno ha i suoi metodi...
Io il biglietto glielo lascio, se vuole, quando mi giro, può
buttarlo.” Figuriamoci se devo perdere tempo.
Circa a metà 'missione' ci concediamo una pausa sigaretta, acqua e gelato fuori dallo stabilimento (gelato mangiato in tutta fretta perchè il sole era più affamato di noi), resoconti vari e punto generale su quanti editori dovevo ancora 'disturbare'. Erano più o meno le 16:00 e cominciavo ad avere un bel “ragno attaccato alla nuca”.
Riparto per stand,
decidendo di procedere a 'spirale'. La lista degli Editori a
Pagamento viene consultata e spuntata a ogni passo, e per fare 20
metri ci impiego più o meno 20 minuti. Verso circa le 18:00 ho
visto praticamente ogni editore 'vero' che esponeva alla fiera,
lamentandomi, però, della mancanza di tanti editori 'seri',
principalmente specializzati nel Fantasy, i quali sembravano non aver
avuto interesse in quella fiera. Peccato.
Assieme a due
esausti Mr. Pink e Mrs. Blue, ci incamminiamo verso la macchina,
perdendoci quasi per trovare un'uscita dal Lingotto. Caffè
pre-partenza, rifornimenti d'acqua e via al parcheggio (Solo 3 euro
per 4 ore di parcheggio... L'amministrazione comunale della mia città
dovrebbe imparare qualcosa.). Settiamo il navigatore e partiamo alla
volta di Viareggio, mentre da casa giungono notizie di un imminente
parto. Credo di non aver mai 'volato così basso' con una
macchina in autostrada.
Ore 19:30 P.M., Autogrill.
Sosta cena. Pizza e
resoconto della giornata. Conto, più o meno, tra gli 80 e i
100 biglietti recapitati. Una quarantina di biglietti presi così
per essere presi, una decina voluti, altri messi 'nel mucchio'. I
risultati, ovviamente, li vedrò tra una settimana o due,
forse, sperando che un editor o chi per esso si interessi a cliccare
sui link del mio blog e della pagina Facebook, e poi... Chissà.
Mr. Pink è
nervoso, ovviamente per l'atteso nipote, mentre io e Mrs. Blue
gareggiamo per il mal di testa. Mr. Yellow annuncia al telefono che
la sua compagna è in sala parto.
Riprendiamo la
macchina, e faccio benzina (Altra rapina a mano armata.), poi via.
Ore 22:00 P.M. (circa), Ospedale.
Giungiamo
all'ospedale, dove ci attendono genitori e parenti. Mr. Yellow è
teso come una corda di violino, e faccio giusto in tempo a vederlo
prima che scompaia in sala parto. Ci sediamo in attesa.
Ore 23:30 P.M.
(circa), Ospedale.
Un nuovo membro
della famiglia Baroni è nato: Edoardo, Mr. Black. 3 kg di
pargolo. Auguri!
La giornata, dunque,
finisce con almeno un'ottima notizia, in attesa che altre ottime
notizie arrivino a breve. Si spera... All'uscita dell'ospedale
chiamata agli amici. “Sono stanco...” dico, ma dopo mezz'ora ero
in giro, e il letto, o il 'brentone' come si dice dalle mie parti, lo
rivedrò solo alle 4:00.
Giusto per non
perdere il vizio...
In soldoni è stata una bella esperienza, se così la posso chiamare... La fiera del Libro posso più o meno definirla la Fiera della 'Vendita' del Libro, poiché di veri addetti ai lavori ce ne erano veramente pochi, e la maggior parte erano ragazzi stipendiati alla giornata per stare alla cassa. Troppi Editori a Pagamento, e alcuni con più di uno stand, ripeto: Vergognoso.
Comunque, alla fine delle fini, lo rifarei, mi sono divertito... E, soprattutto, se non fossi andato, non avrei comprato i miei occhiali da sole alla Tony Stark.
Un saluto a tutti!
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