Salve a tutti. Quest'oggi volevo soffermarmi a parlare d'un argomento
piuttosto spinoso, quanto sottovalutato, ma a mio avviso
importantissimo per chi vuole o vorrebbe cominciare a intraprendere
il masochistico impegno di mettersi a scrivere una storia più o meno
lunga. No, non sto parlando di tecniche varie, trucchetti più o meno
necessari per riuscire a buttar giù qualcosa di almeno decente e
decoroso da far leggere ai propri genitori, ma un qualcosa di diverso
e, secondo me, fondamentale per riuscire ad avere perlomeno un'idea
di quello che potrebbe aspettarsi un novizio scribacchino di
periferia.
A migliaia sono i libri e i manuali che sono stati editi e
pubblicati, che parlano del metodo dello scrivere e i sistemi vari
che millantano permettere persino a una scimmia urlatrice di battere
a caso i tasti d'un computer e tirare giù una storia (Come già
dissi in precedenti post riguardanti i manuali e i corsi di
scrittura, parlando soprattutto di On Writing di Stephen King, forse
uno dei migliori), ma oggi questo post non potrà di certo essere
annoverato tra questi, o almeno così spero. Difatti, ciò che andrò
a trattare, proverrà solo ed esclusivamente della mia esperienza
personale accumulata sin da quando ho deciso di cominciare a
scrivere, e soprattutto in questi ultimi tre anni.
Ma bando alle divagazioni... Per dirvi tutto con dovizia avrò
bisogno di raccontarvi in breve una piccola parentesi della mia vita
recente.