Succede praticamente a tutti, quasi ogni giorno, magari in maniera
differente, magari in momenti e in luoghi differenti, ma bene o male
tutti ne rimangono vittima. A volte è talmente piccola e sfuggente
da farci stare svegli la notte, a volte così grande e luminosa da
tenerci la mente offuscata durante il giorno... Ci prende durante la
pausa caffè di un mercoledì mattina, e magari può arrivare a
influenzare la nostra vita negli anni futuri.
No, non sto parlando di una strana e contagiosa malattia, anche se
bene o male opera allo stesso modo... Sto parlando dell'Idea, uno dei
motori di questo mondo, il motivo per cui il genere Umano si è
evoluto giorno per giorno, il motivo per cui dall'accendere un fuoco
arriveremo a scoprire, magari, il teletrasporto, e chissà quali
altre cose...
Ora, ovviamente, non starò certo a parlare delle grandi e piccole
scoperte scientifiche dell'Umanità, ma dell'Idea che ci spinge a
fermarci e ponderare l'ipotesi di metterla in pratica (In particolare
quella che prende noi “Folli Battitasti, Imbrattatele,
Strimpellatori, ecc.”).
Un caso tipo può essere quello della serata di fine estate, quando
ancora usciamo la sera con lo scooter vestiti a maniche corte,
accorgendoci solo dopo che magari sarebbe stata utile una felpa... Si
manifesta dopo qualche giorno, con un leggero mal di gola e un po' di
raffreddore, per poi scatenarsi in un violento attacco di febbre che
ti fa restare a letto a blaterare frasi sconnesse al soffitto,
rimpiangendo di essere stato tanto stupido da non concedere spazio al
buon senso, anziché all'orgoglio di giungere a destinazione con il
bicipite in vista...
Ops... Ho di nuovo confuso le cose, ma alla fine il concetto è lo
stesso.
Un tizio che ha avuto un'idea che si dimenticherà in 5 minuti
L'Idea, infatti, è come un piccolo e bastardo virus che si insinua
nella nostra mente, e che se la lasciamo crescere a poco a poco ne
prende possesso, e in alcuni casi, come nel sottoscritto, ne
influenza il vivere quotidiano, costringendo il malcapitato a
metterla in pratica.
Credo proprio che se mi mettessi a chiedere, a chiunque abbia
cominciato a scrivere qualcosa, la causa del perchè abbia
cominciato, ne verrebbe fuori una discussione infinita e vanesia...
“Perchè scrivi?” Una domanda che mi fu posta anni addietro, a
cui sul momento non ho saputo rispondere... Mi risposi da solo, molto
tempo dopo, ma la risposta me la tengo per me, è la domanda che
rimane, e che bisogna porci ogni giorno per arrivare al senso.
Ma ora bando alle futili divagazioni... Voglio provare a mettere per
iscritto ciò che penso sull'argomento, anche se alla fine ne uscirà
solo un mucchio di baggianate.
Vi sono stati molteplici studi sul processo creativo, e se volete
approfondirli in tal senso, vi consiglio il buon vecchio Google, ma
bene o male tutti hanno i loro punti in comune. Molti le definiscono
le fasi del processo creativo, se ricordo bene: Saturazione,
Incubazione, Illuminazione, Verifica.
Per quanto possa dare ragione a questi studiosi che hanno dedicato il
loro tempo allo studio del processo creativo, io invece voglio
mettere in prima linea la mia esperienza personale, cercando di
dividere l'argomento in sezioni, o (Ovviamente) in fasi più o meno
romanzate come piace a me...
- LA SCINTILLA
(Piccola postilla) Da non confondere con quella che chiamo la “Fame
d'idee”, perchè, per esperienza, chi è abituato a scrivere spesso
sente proprio l'esigenza di “Avere un'idea” e, sempre per
esperienza (Scusate la ripetizione), se si è afflitti da questa
strana fobia è bene dedicarsi a tutt'altro, poiché la “Fame
d'idee” è una delle cose più sbagliate che esistano per chi
scrive, perchè si finisce per ottenere l'esatto opposto. L'idea in
generale nasce da un 'Bisogno' e la necessità di risolvere un
problema, ma l'idea creativa dello scrivere no, o almeno così la
penso.
In pratica: “Lasciala andare... Lascia che fluisca, lascia che
accada...”
Questa fase può accadere bene o male a tutti, come dicevo prima,
durante una pausa caffè di un mercoledì mattina, o mentre guardiamo
un film, leggiamo un libro, o stiamo imprecando in coda ad un
semaforo. Di solito l'idea nasce da un'esigenza, ma in questo caso
credo proprio che non sia così (Non abbiamo l'esigenza di scrivere
un libro, altrimenti si ricade nella “Fame d'Idee”), quella viene
dopo, quando si sente l'esigenza di mettere l'idea su carta, ed è lo
step successivo, quello che contraddistingue lo “Scrittore” (O
presunto tale) dal resto delle persone (Di sicuro più fortunate).
Dicevo... In questo caso non si ha un'esigenza, ma semplicemente
un'idea (Nel caso “Scrittorio” un'idea di storia, di un
personaggio, un mondo, ecc.). L'idea sul momento è acerba, immatura,
sfuggevole, piccola o grande che sia... Spesso può dissolversi come
polvere, e se non si sta attenti possiamo dimenticarcene non appena
scatta il verde del semaforo e l'imbranato\a di fronte a noi decide
di ripartire, quindi bisogna avere il cervello “allenato” a
ricordare e immagazzinare l'idea... C'è chi lo fa con naturalezza, o
chi usa dei Totem (Rubo il termine da Inception), personalmente io
uso la musica per ricordarmi un'idea particolare, e nel mio caso
funziona, ma alcuni girano costantemente con un taccuino, o il
notepad dello smartphone\Iphone sempre a disposizione. Insomma,
l'idea è, appunto, una scintilla, effimera e rapida, ma che può
divampare in un incendio se ben curata, l'importante è ricordarsela.
- IL BIANCO MONDO
“Nel basket si può insegnare tutto meno che l'altezza.”
- John Wooden, allenatore NBA -
E adesso che c'entra un allenatore di Basket?
Mi piaceva cominciare con una citazione un po' strana, ma che secondo
me è discretamente inerente all'argomento. Come ho detto qualche
riga più in alto, quando si arriva a questo step, significa che
sentiamo l'esigenza di prendere la nostra idea\scintilla e metterla
in pratica, e quindi che siamo per “metà” papabili scribacchini
(Ovvero do per scontato che il tizio in questione si metta lì di
buona lena e la sviluppi, o almeno ci provi).
Dunque... Giungiamo finalmente a casa dopo essere restati ore
imbottigliati in un ingorgo mastodontico, e ci mettiamo di fronte al
computer per poter dare voce all'idea che ci è venuta in mente (Se
non si è deteriorata nel frattempo, o se non ci siamo resi da soli
conto che era una grandissima scemenza), ma... Eccoci nel Bianco
Mondo.
Il Bianco Mondo è in realtà un buco nero che ci risucchia via le
forze, dove la nostra ideuccia vaga senza una precisa meta cercando
un posto dove crescere. Immaginatevi il foglio bianco (Nel caso la
pagina bianca di Word), avete l'idea, ma da lì a farla divenire un
romanzo di N mila pagine ce ne corre... Il Bianco Mondo va riempito,
strutturato, costruito, colorato, ecc., e spesso l'idea si perde in
questi “piccoli” dettagli. L'importante è non perdersi d'animo
proprio ora, perchè questa è, secondo me, una fase fondamentale per
l'ideazione d'un qualcosa di concreto.
Qui mi ricollego all'astrusa citazione di prima, in pratica: Puoi
imparare tutto, ma se non hai un talento naturale sei fregato.
In questo caso, il talento naturale consiste nel perseverare e
risolvere il problema che il Bianco Mondo ci mette di fronte, ovvero
trasformare l'idea in qualcosa di concreto, a prescindere dal fatto
che l'idea sia accattivante o meno (Per esempio un tizio
“sconosciuto” scrisse un “romanzetto” su vecchio pescatore e
il suo rapporto con il mare.), quindi, a volte, è bene gettare nel
Bianco Mondo tutto quello che si ha, a prescindere da stile, logica,
ecc., giusto per riempire i vuoti e dare traballanti basi d'appoggio
per la nostra idea, il resto verrà dopo (Poi, se siete in grado già
di scrivere la storia dal nulla, beh... Complimenti!). L'esperienza e
l'allenamento in questo caso la fa da padrona, e se non si ha nulla
di tutto questo è bene cominciare a lavorarci su (Ho scritto
parecchi post su svariati argomenti, e se non li avete letti, beh...
Male non farebbe).
L'idea una volta tirata fuori dal cervello... Se non riuscite a vederla è quella bianca, accanto a quella... Bianca.
- IL FLUSSO, IL NODO, IL PETTINE
Bene... Abbiamo finalmente reso la nostra idea un qualcosa di
passabilmente concreto, o meglio: Dobbiamo solo resistere alla
tentazione di non metterci le mani nei capelli e cancellare tutto,
perchè constatiamo che ciò che si è fatto è solo un mix di roba
insensata (O sensata nel migliore dei casi). Dobbiamo solo rimetterci
a risistemarla, ma... Non si può farlo subito, eh no... Al momento
il nostro “subconscio” scrittorio ci dice: “C'è qualcosa che
mi sfugge...”
Ovviamente non è una regola scritta, né un dogma, il bello è
proprio che ognuno ha i suoi tempi, che sia un minuto, un giorno, un
mese, un anno o anche più... In primis bisogna distaccarci dal fatto
che ciò che si è scritto sia o meno una schifezza colossale,
altrimenti ci si scoraggerebbe dal continuare, e sarebbe un grosso,
grosso errore. Adesso la nostra storia è solo una larva, ma è già
qualcosa.
Abbiamo usato un solo emisfero del cervello, e adesso bisogna usare
l'altro per dare una logica a tutto. Alla fine il pettine deve
passare e disfare tutti i nodi, e tutto deve scorrere come un flusso
naturale. Per chi è allenato (Ho sempre sostenuto il fatto
“dell'Allenamento” del cervello scrivendo tanto e leggendo ancora
di più) può risultare più facile, per gli altri magari un po'
meno, ma se si ha perseveranza alla fine si può raggiungere un
risultato decente.
In pratica, bisogna prendere tutto ciò che si è scritto, tutto ciò
che abbiamo messo nel Bianco Mondo a circondare la nostra idea
iniziale, e fare in modo che tutto abbia un senso, però per farlo
bisogna attendere che il nostro cervello sia disposto ad aiutarci,
quindi necessitiamo di tempo e riposo, di distacco.
Non a caso le migliore soluzioni ai problemi ci vengono sempre in luoghi e momenti più impensabili: Durante il sonno, mentre siamo sotto la doccia, seduti sulla tazza, mentre si corre, ecc... Ovvero, quando stiamo pensando a tutt'altro, sentiamo un Crack in testa (O la classica lampadina che s'accende) ed esclamiamo in piena estasi mistica: “Più o meno tutto torna!”
Non a caso le migliore soluzioni ai problemi ci vengono sempre in luoghi e momenti più impensabili: Durante il sonno, mentre siamo sotto la doccia, seduti sulla tazza, mentre si corre, ecc... Ovvero, quando stiamo pensando a tutt'altro, sentiamo un Crack in testa (O la classica lampadina che s'accende) ed esclamiamo in piena estasi mistica: “Più o meno tutto torna!”
Può volerci un bel po', l'importante è non martoriarci con
l'ossessione di risolvere il problema.
- EVOLUZIONE FINALE
Una volta che il nostro cervello ha, quasi miracolosamente e inaspettatamente, risolto l'inghippo, la nostra crisalide di storia comincerà ad avere sempre più senso, l'ibrido d'idea diventa sempre più completo e logico, e tutto scorre con minor fatica. È un processo creativo, e non si può forzare, ma in questa fase entra in funzione tutto ciò che è inerente al tecnicismo del nostro stile di scrivere, scalette, tabelle temporali, mappe, profili psicologici dei personaggi, e chi più ne ha più ne metta. È ovvio che una volta giunti sin qui i problemi inerenti allo scrivere non si eclisseranno del tutto, continueranno a tornare prepotenti come ostacoli sul vostro cammino, ma in questo caso sarete preparati, poiché avete già lasciato evolvere l'idea, e bene o male sapete dove dovrà portarvi e quali saranno i suoi frutti, in pratica: Non vi fermerete più, perchè l'idea oramai è divenuta una vera e propria storia da sviluppare come meglio credete.
Spero di non essere stato troppo lungo e vanesio, ma alla fine, quando si parla di idee, non si può essere davvero concreti.
Il resto, beh... Dipende tutto da voi.
Un saluto a tutti!
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