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martedì 6 marzo 2012

MORTE ALL'EDITORIA A PAGAMENTO!

Un titolo che è tutto un programma per questo nuovo post, del tutto scritto, come si suol dire: “Di pancia”. Eh sì, un post che voglio dedicare a una cara amica, alla quale è successa una cosa molto spiacevole (al livello di scrittura, ovvio), la cui vicenda non verrà esposta qui nei dettagli, anche se l'argomento di cui voglio parlare, più o meno, cercherà di toccarla, almeno in parte. 
 
Per essere più semplice e conciso possibile dividerò il post in due parti:
  • Internet & Copyright + Un semplice consiglio per evitare plagi.
  • Il Malefico\schifoso\purulento\umiliante\degradante\retrogrado\deprimente\(aggiungete altri epiteti voi) mondo\cancro dell'Editoria a Pagamento.

Avrete capito da soli che il mio “scrivere di pancia” di quest'oggi deriva da un atavico e viscerale odio, per ciò ch'io (come molti, tanti altri, per fortuna) considero il male peggiore da estirpare, con alte e nere fiamme demoniache, di questo strano paese che è l'ItaGlia. Da scrittore Fantasy, ovviamente, amo le metafore Fantasy.

Voglio cominciare con una frase che mi ha molto colpito, una frase che reputo tra le migliori mai dette da uno scrittore, perchè non finirò mai di ripetermelo, come un mantra, un dogma, un qualcosa di sacro:

"Scrivere è un lavoro, e lo si deve fare bene!"

Questo lo diceva Josè Saramago, grande maestro di quest'arte... 
 
Ma io voglio indossare il famoso “mantello della superbia” e prendere questa frase per trasformarla in qualcosa di diverso e funzionale al post che sto scrivendo, nella speranza che Josè non cominci a far capriole nella tomba, ma spero mi perdonerà:

"Scrivere è un lavoro e, se lo si sa fare bene, si può meritare d'essere pubblicati, altrimenti no!"

Perchè no? Chi sei tu per giudicare!?” Sento già le voci...
Perchè se tutti gli aspiranti scrittori utilizzassero questo criterio, non esisterebbero gli Editori a Pagamento, i quali hanno approfittato (caso strano solo in ItaGlia) di un fenomeno volgarmente detto Vanity Press, per fare tanti soldi sulla pelle di innocenti (davvero innocenti?) esordienti scrittori, che farebbero di tutto per avere il proprio nome su una copertina stampata in carta opaca. 


Tutto questo potrebbe sembrare una cavolata “Ma dai, Tiziano, come sei pignolo!”, “Uno deve essere libero di scegliere, no!?”, “Se esistono queste tipologie di editoria, significa che funziona, no!?” Bene... Se tu che stai leggendo hai pensato una frase del genere, o simile, come direbbe il buon Sgt. Hartman: “Strangolati da solo!” 

 Hai pensato di pubblicare a pagamento!? Strangolati da solo!
 
Perchè l'Editoria a Pagamento non solo danneggia l'editoria in sé, già in crisi da tempo, ma anche quelli che hanno un minimo di cognizione di causa nello scrivere, e che non fanno poi così tanto schifo, e che sperano in una meritata pubblicazione da parte di un editore serio.

Ma ora veniamo al succo del post, dopo aver visto questo doveroso filmato... 
 


  • INTERNET & COPYRIGHT

Collegandomi alla vicenda di questa mia amica, posso toccare diversi punti che mi premono parecchio.
Dunque... La mia amica possiede una pagina su FacciaLibro da parecchio tempo, con tantissimi fans (circa 94.000), su cui scrive pensieri suoi, pensieri che condivide in rete quasi ogni giorno, attingendo a una grande risorsa che in molti non hanno: Cuore & Coscienza di ciò che si scrive
 
È purtroppo successo che qualche buontempone (di cui non faccio il nome per evitare immeritata pubblicità), ha semplicemente usato CTRL+C & CTRL+V sulla sua pagina e, millantando d'avere propria fantasia, ha pubblicato tutto il lavoro di questa mia amica in un bel libercolo, distribuito da una... Casa Editrice a Pagamento, che da questo punto in poi chiamerò, per semplicità e giusta corrige, Tipografia
 
Ora... Forse il buontempone non sapeva, ignorava, o semplicemente non ha preso in considerazione che, la legge sul Copyright, è in vigore anche su qualsiasi opera in internet, il cui autore sia comunque vivo (mi pare che la legge decada dopo 70 anni dalla morte dell'autore, in mancanza di rinnovo dagli aventi diritto), e che qualsiasi citazione, estratto, o simil-modifica della cui opera, deve essere menzionata come citazione, o come fonte, da chi la pubblica (con vantaggio di entrambi).
Basta andare su Wikipedia, alla voce Copyright, vi metto alcuni link utili: Copyrigth \ Diritti d'autore Italiano \ Copyright Testi

Beh... Questa mia amica, giustamente, ha avuto un travaso di bile, nel vedere tutto il suo lavoro pubblicato da altri, ma deve comunque star calma e rilassata: Provare che il libercolo, stampato dalla Tipografia e millantato come lavoro proprio, sia un plagio bello e buono non ci vuole molto, e un avvocato con un minimo di conoscenza può tranquillamente provarlo.

Beh, si sa: Il bello di Internet è che se scrivi qualcosa sulla rete, questa rimane per sempre, perciò nessun problema... Data, ora, luogo, autore, ecc. Non si sfugge.

Come amo dire: Su Internet, una cazzata è per sempre!

Ci vorrà pazienza, data la lentezza dei processi civili (a meno di patteggiamenti), ma alla fine: Pessima figura per il buontempone, tanto letame da spalare per l'editore (a meno che il buontempone non abbia firmato la classica liberatoria sul 'tutto farina del mio sacco', standard nei contratti editoriali, in questo caso cavoli del buontempone e meno grane per l'editore), e grande, grande pubblicità (e un bel po' di pecunia, ovvio) per la mia amica, alla quale ho sempre consigliato di scrivere un libro, ma invano... Dalle mie parti si dice 'è dura come una pigna verde', ma credo e spero che ora cambierà il suo modo di vedere le cose, altrimenti potrei rispolverare parecchie citazioni del Sgt. Hartman, anche per lei.

UN PICCOLO CONSIGLIO PER EVITARE IL PLAGIO E LE NOIE

Quindi, alla luce di ciò, Internet è un luogo abbastanza sicuro, almeno si spera, per chi, come me, la mia amica, e tanti altri, cercano un piccolo ritaglio di visibilità in questo mondo di parole e sogni. Comunque prendere dovute precauzioni in merito non è poi tanto male, specialmente se si ha scritto un libro e si ha deciso di metterlo in rete e farlo leggere a persone sconosciute. 
 
Ora... Io ho ben pochi problemi in merito: Il mio libro, messo on-line su questa pagina, è il primo di una lunga saga... Copiarlo sarebbe stupido da parte di chiunque, non conoscendone il seguito, ma per uccidere ogni tentativo mi sono premonito tempo fa, auto inviandomi il libro cartaceo a casa. È il metodo migliore per difendersi da eventuali plagi. 
 
In pratica si prende il nostro libro, stampato con tanto di nome, cognome, data di stampa, data di creazione, e tutto quello che ci volete mettere... Lo si firma lo si infila in una busta sigillata, si affranca, e lo si spedisce a casa propria. Una volta consegnato NON LO SI DEVE APRIRE! Lo si tiene in casa, con tanto di timbro postale, che farà fede come Copyright in caso di necessità. In quel caso dovete solo sperare che un buontempone ve lo copi.

Poi ci sono altri metodi che potrete reperire su internet, ma questo è più economico, veloce e altrettanto sicuro, che andare alla SIAE e pagare un canone annuale. Fidatevi.

  • IL CANCRO DELL'EDITORIA A PAGAMENTO

Per parlare di questo vasto e increscioso argomento, devo fare delle premesse, e una piccola regressione nel mio bagaglio personale di conoscenza.

Piccola premessa:

Definizione di Editore: Imprenditore o società che pubblica libri, giornali, dischi, cassette e simili.
 
Definizione di Imprenditore: Un imprenditore è una persona o un ente che istituisce e/o gestisce, in toto o in parte assieme ad altri soci imprenditori, un'attività economica d'impresa, assumendosi il cosiddetto rischio d'impresa.

In questo caso riassumo personalmente, essendo un argomento piuttosto vasto... Purtroppo non sono esperto in campo giuridico e cercherò di essere conciso e più preciso possibile:

Definizione di Rischio d'Impresa: In soldoni... L'Imprenditore che vuole guadagnare da un'attività (che sia personale, o di terzi che gli cedono i diritti di gestione), si accolla spese e rischi, dividendo i guadagni in base agli stessi. Nel nostro caso: L'Editore X, che crede che il libro Z dell'autore Y sia buono, si accolla tutte le spese per guadagnare sul libro Z di Y, dividendo i guadagni in base a un contratto. Y non deve far altro che cedere l'usufrutto della sua opera Z a X, e X deve cercare di farla fruttare, anche se non è sicuro all'inizio che Z sia un prodotto che venderà.

Definizione di Editore a Pagamento (Tipografia): Lo scrittore Y paga X per far pubblicare Z.

Bene... Avendo fatto queste premesse, posso andare a parlare di questo cancro da estirpare...

Come mi ripeteva un mio amico scrittore: “In Italia esiste uno scrittore ogni 2 numeri civici, ma in media si legge un libro l'anno, inclusi i libri di cucina e affini.”

Ciò comporta l'esistenza di tantissimi scrittori incapaci, i quali (non la maggior parte, ma abbastanza), si credono meritevoli di pubblicazione. Questi scrittori mandano i manoscritti agli editori “seri”, e ingolfano il già ingolfato sistema editoriale (più o meno una cinquantina di libri nuovi ogni giorno per casa editrice).
Gli editori, d'altro canto, devono far fronte a questa mole di manoscritti e, dato che un editore “serio” è un imprenditore, non pubblica “spazzatura” (vabbè... Facciamo caso che sia così, altrimenti devo scrivere un altro romanzo in merito a parecchia spazzatura), scarterà tantissimi (il 99.9%) di questi scritti. Fin qui tutto bene, ma purtroppo non è finita.

A questo punto cosa fa il nostro eroe?
Ma ovvio! Mica cerca di scoprire perchè non è stato pubblicato!

(Piccola parentesi per spezzare una lancia in favore del nostro eroe scrittore: La maggior parte degli editori “seri” non spedisce risposte “di rifiuto”, è un'usuale prassi, perciò lo scrittore non saprà quasi mai il perchè non verrà pubblicato, e a volte validi manoscritti vengono scartati solo perchè sono stati scritti da un signor Nessuno, ma prendete il mio esempio come se lo scrittore in questione fosse davvero un emerito incapace.)

Quindi il nostro eroe cercherà altre vie, e spedirà il manoscritto ad altri editori più “piccoli” e meno famosi, incrementando il fenomeno detto Vanity Press. 
 
(Altra aprentesi di informazioni: La più grande Tipografia a pagamento è la Albatros edizioni, ex Il Filo Editore, che ha dovuto cambiare nome per beghe di natura legale. Avrete di sicuro visto la pubblicità in TV. È a pagamento! Non pensateci nemmeno! Provate a comprare un loro libro e vi accorgerete sin da subito che pubblicherebbero il cosiddetto “cane & porco”, senza un minimo di editing o roba simile.)

Gli editori in questione sono solo Tipografie, le quali, dopo nemmeno 1 o 2 mesi, vi spediranno un contratto editoriale, dicendovi che il vostro manoscritto è il nuovo Gattopardo, ma con delle postille simili: “L'editoria Italiana è in crisi...”, “Dividere i rischi d'impresa...”, “Essendo un esordiente, allora...”, “Anche Pasolini, Svevo e Moravia hanno cominciato così...” e altre cazzate... A quel punto vi chiederanno un “piccolo contributo” di edizione, il quale di solito si aggira intorno alle X euro a pagina.

Esempio pratico e personale...
Spedii proprio alla Albatros (per pura curiosità, e sapendo chi erano) il mio primo libro, ma non quello originale, ma la bozza, con errori e tutto il resto. Sapevo cosa sarebbe successo: Dopo 1 mese mi arriva opuscolo, libercolo tutto infiocchettato, contratto editoriale, con tanto di sbrodolamento del “quanto è bello”... Il tutto alla modica cifra di 3200 euro!

Per riprova, dato che sono pure bastardo, chiamai la Albatros, e mi feci passare l'addetta alla lettura dei manoscritti che aveva preso in carico il mio.
La discussione andò più o meno così (vado dritto al punto):

[discussione futile saltata]
Io: “Nella lettera mi dite che vi è piaciuto, ma io vorrei sapere quale parte vi è piaciuta di più...”
Lei: “Beh... Ehm... Ora non ricordo di preciso, ma parecchie parti, come il finale, ecco.”
Io: “Davvero!? La scena del serpente gigante che sbuca dal mare?”
Lei: “Eh sì! Ora ricordo! Quella del serpente gigante era ben fatta, direi... Molto realistico, e poi l'hai descritta con molta enfasi.”
[segue discussione futile]

Bene... Nel mio libro non esiste nessun serpente gigante che spunta dal mare, per intenderci. Manco l'avevano letto. Avevano visto un libro Fantasy di 320 pagine e hanno fatto il conto: 320 X 10 = 3200 euro. Alla faccia del rischio d'impresa!

Ma veniamo ad altri punti più pratici del perchè NON BISOGNA MAI PUBBLICARE CON UN EDITORE A PAGAMENTO:

1 – Vi fanno pagare per un vostro lavoro. (Voi non guadagnereste nulla, mentre l'editore ha un rientro immediato, e guadagnerebbe pure sulle poche copie che venderete ad amici e parenti.)

2 – Non c'è editing, né pubblicità di sorta, né distribuzione, né altri vantaggi. Se volete una riprova, provate a prendere un libro a caso della Albatros, andare nella libreria più grande della vostra città, e chiedete del suddetto. Non ce l'avranno mai! E dovrete ordinarlo!

3 – Se un giorno scriverete un romanzo davvero valido, gli editori “seri” non prenderebbero mai in considerazione uno scrittore sconosciuto, che per giunta si è rivolto a un editore a pagamento per pubblicare la prima volta (vi brucerete, insomma).

4 – È umiliante.

5 – Di libri ne escono anche troppi in Italia, e nessuno legge, figuriamoci se leggono un libro di uno sconosciuto senza la benchè minima pubblicità.

6 – Praticamente l'autore si “ricompra” il proprio libro, e si trova a dover vendere le centinaia di copie “omaggio” da solo, che saranno forse comprate da amici e parenti, che l'autore dovrà inseguire chiedendo pietà. Insomma... Umiliante (l'ho già detto!?)

7 – Per ogni scrittore pubblicato a pagamento, altri 10 scrittori validi non vengono pubblicati, poiché si ricicla un circolo vizioso di “diffidenza verso l'esordiente” da parte degli editori “seri”.

8 – Non migliorerete mai il vostro stile di scrittura!

9 – È sicuramente meglio il Printing on Demand, dato che si poggia sullo stesso principio, ma almeno si ha il guadagno totale sull'opera e si fa tutto da soli.

10 – Se volete avere un'idea più precisa su quante (troppe) case editrici a pagamento esistano in Italia, via basterà dare un'occhiata a questo sito e alle loro liste di Editori a Pagamento, per rendervi conto di quanti sono.

Vi sarebbero 1000 altri motivi per non pubblicare a pagamento, ma preferisco fermarmi qui. Tratterò l'argomento in un altro post a parte, in modo da essere più bastardo e viscerale possibile su questo cancerogeno fenomeno.

Ricordatevi: Se siete validi scrittori (se ne avete la certezza, non se lo credete), un motivo per cui nessuno vi ha ancora pubblicato è anche per questo surplus di libri scadenti messi in circolo da queste Tipografie, che poggiano le basi della loro esistenza sulla sola vanità degli autori che le hanno pagate. Quindi combattete questo fenomeno malsano con ogni arma possibile, in primis non spedendo loro manoscritti, né cedendo alle loro lusinghe qualora lo faceste.

Beh... Sono giunto alla fine del post e, come sempre, vi do appuntamento alla prossima volta.
Un saluto a tutti!

2 commenti:

  1. Sono d'accordo.
    Chissà perchè cose del genere capitano solo in Italia...fanno venire il nervoso.
    P.S. Ho appena scaricato il tuo libro :)

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    Risposte
    1. Eh... Se lo sapessi, avrei le chiavi del mondo :) A parte gli scherzi...
      Grazie per aver scaricato il libro, spero ti diverta a leggerlo.

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