Riprendendo il post SCRIVERE UN LIBRO FANTASY... PARTE 1° parlerò di un altro importante argomento: Il buon vecchio "Show don't tell!". Sbandierato alla grande dalla maggior parte degli scrittori, e a ragione!
Prima di cominciare è doveroso citare un libro che consiglierei a tutti gli aspiranti scrittori di avere in casa, ovvero :"On Writing" scritto da Stephen King, il famoso scrittore Horror. Questo libro spiega parecchio bene varie tecniche di scrittura, oltre che parlare della carriera del buon Stephen, un'ottima lettura davvero, una specie di vademecum per chi vuole scrivere.
La copertina di "On Writing" scritto da Stephen King
Dunque...Torniamo al nostro argomento: Cosa voglio dire per "Show don't tell!"? Letteralmente significa "Mostra! Non raccontare!", ed è una tecnica ottima per scrivere, poichè tiene il lettore sempre attento e ne stimola l'intelletto. Quasi come una famosa acqua, che però non stimola l'intelletto, ma qualcos'altro...
Scherzi a parte...
Per essere più precisi vi pongo un piccolo esempio:
Shoey era un uomo incline ad arrabbiarsi, un vero burbero, e questa sua indole focosa gli aveva creato non pochi problemi giù al villaggio. Il suo viso era pieno di cicatrici, che si era procurato in tutte le risse a cui aveva dato vita nei loschi locali della zona sud.
Questo che ho appena scritto è un tipico esempio di "Tell", "Raccontare"... Non lascio spazio al lettore di farsi un'idea su Shoey, poichè gli spiattello tutto su un bel piatto d'argento, ci manca solo che scriva pure indirizzo e numero di telefono, così siamo a posto. Il metodo di raccontare, però, non è sempre malvisto, ovviamente se Shoey è un personaggio molto secondario, che si deve nominare giusto per farlo scomparire poco dopo, non sarebbe un grande errore "raccontare", ma se dovesse essere uno dei personaggi principali, sarebbe un altro paio di maniche...
Cosa fare allora? Semplice... "Mostrate" al lettore chi è Shoey. Un altro esempio:
Shoey giunse al tavolo e fissò Joy con due fessure indagatrici, prima di sedersi con enfasi e lentezza. Si appoggiò allo schienale e si guardò attorno con circospezione, incenerendo con lo sguardo chiunque fosse troppo vicino al suo tavolo. Joy cercava in tutti i modi di trattenere l'ansia, ma ogni cicatrice che vedeva su quel viso masticato dagli anni non gli era d'aiuto. Una in particolare attirò la sua attenzione, sotto lo zigomo sinistro: Un taglio obliquo non ancora rimarginato che Shoey non smetteva di toccarsi, quasi volesse scavarsi la carne per trovarsi l'anima. "Me l'ha fatta un vecchio storpio l'altro ieri... Con la sua vanga..." la voce di Shoey, raschiante come un rastrello sul pavimento, fece sobbalzare Joy.
"Oh, s-scusi la mia s-sfacciataggine" si affrettò a dire Joy. Lo sguardo bieco che Shoey gli lanciò lo costrinse a parlare ancora: "E... E c-come mai? S-se mi è permesso s-sapere, naturalmente..." Deglutì una manciata di sabbia.
"Beh" bofonchiò Shoey, piantando i gomiti sul tavolo e sporgendosi verso Joy. "Ho avuto l'idea di renderlo storpio qualche mese fa... Si è solo voluto vendicare, e..." Si bloccò per qualche secondo, vedendo Joy smettere di respirare. "E le altre cicatrici, beh... Storia lunga da raccontare..."
Come si può vedere dal secondo mini racconto, il nostro Shoey è già più vivo, poichè agisce, parla, e "Mostra" al pubblico tutto il suo modo di essere (In questo post descrivo i primi passi per Creare buoni personaggi, e già da lì scrivo dell'importanza dell'azione in un personaggio) Non occorre dire che è burbero e che gli piace attaccar briga, già da come agisce il lettore lo capisce di suo, ed è sicuramente una lettura più stimolante.
Secondo voi serve raccontare un personaggio simile? Secondo me basta farlo "vedere" al lettore per fargli capire che non se lo vorrebbe trovare accanto al letto durante la notte.
Il mostrare e non raccontare si può applicare a mille altre cose, e non solo ai personaggi, ovviamente. Raccontare di una "casa delle paure" può essere molto più "vero" se è il lettore ad arrivarci, e non lasciando che sia lo scrittore a dirgli che la casa fa paura. Un pò di fantasia, diamine!
Insomma:
"Meno si suggerisce al lettore, e meglio è! Che sia lui a vedere ciò che deve essere visto!"
Per il Fantasy, però, c'è un piccolo grande problema che bisogna porsi: "Come cavolo faccio a far capire al lettore come funziona un mondo inventato di sana pianta senza raccontare? Mica posso mostrare proprio tutto tutto, eh!?"
Giusta domanda, che anch'io mi sono trovato a farmi. La risposta è piuttosto semplice se ci pensate bene... I vostri personaggi, che vivono nel vostro mondo, più o meno, sanno già le regole del mondo. Per loro, se i ragni parlano, sarà cosa normale!
Per fare un esempio ritorno dal nostro Shoey:
Shoey abbassò lo sguardo al tavolo, e per un attimo sul suo viso passò un'ombra: Un ragno stava camminando sul bordo del suo bicchiere, quasi volesse farsi un bel tuffo al sapor di birra. "Detesto i ragni!" disse Shoey, allungando una mano per schiacciarlo.
"No! Non uccidermi, scendo subito!" Il ragno parlò con voce quasi umana. Era normale in quelle lande che i ragni parlassero, poichè Uluan - un mago vissuto centinaia di anni prima - aveva lanciato una maledizione su certi esseri umani, trasformandoli in ragni. Con l'andare dei decenni, gli umani maledetti si erano mescolati ai ragni normali, creando una razza intelligente, che riusciva a parlare.
Che dire di questo passaggio? Che il racconto del mago Uluan spezza terribilemente il ritmo. Fornisce informazioni utili al lettore, è vero, e con tutta probabilità non verrà ripetuta un'informazione simile... Però si può fare di meglio:
Shoey
abbassò lo sguardo al tavolo, e per un attimo sul suo viso passò
un'ombra: Un ragno stava camminando sul bordo del suo bicchiere, quasi
volesse farsi un bel tuffo al sapor di birra. "Detesto i ragni!" disse Shoey, allungando una mano per schiacciarlo.
"No! Non uccidermi, scendo subito!" Il ragno parlò con voce quasi umana.
Shoey rimase con la mano a mezz'aria per qualche secondo. "Certo" disse. "Ti aiuto io..." E poggiò un dito sul bordo del bicchiere.
Il ragno zampettò fino al suo dito e vi salì sopra. "Grazie." disse, poco prima di essere ridotto in poltiglia.
Shoey si pulì il dito sulla giubba, e tornò a dare piena attenzione a Joy. "Da quando quello schifoso di Uluan ha fatto quel che ha fatto, non sto tranquillo nemmeno in casa mia. Sai che intendo... Quando i Ragni si mettono a fare le loro riunioni."
Shoey si pulì il dito sulla giubba, e tornò a dare piena attenzione a Joy. "Da quando quello schifoso di Uluan ha fatto quel che ha fatto, non sto tranquillo nemmeno in casa mia. Sai che intendo... Quando i Ragni si mettono a fare le loro riunioni."
Joy si torse un labbro con due dita e annuì. "S-sì... Avete ragione. Ma... Uluan... N-non è quel mago che..."
"Già" lo interruppe Shoey. "Quel figlio di cagna che si è divertito a trasformare gli uomini in ragni... Devo a lui nottate di veglia a sentire litigi su come e quando si costruisce una tela!"
Come prima, l'informazione è passata, ma è risultata più naturale. Ho usato l'espediente di far dire a uno dei personaggi cosa è accaduto, nonostante lo sapessero già, ma è comunque una conversazione plausibile. Ci sono mille altri modi di far arrivare le info giuste al lettore, e a voi sta trovarne di nuove e intriganti. Quello che conta è mostrare il più possibile! Raccontare il giusto e mostrare molto!
Ovviamente ci saranno passaggi del vostro romanzo che necessiteranno di un "racconto", poichè, per esempio, sono passate settimane senza che la storia si sia evoluta (magari i vostri personaggi sono a riposarsi in un luogo sicuro, dove non accade nulla), in questo caso si può anche raccontare, così il "tempo della storia" scorre più rapidamente. Bisogna chiedersi sempre: "Meglio mostrare o raccontare in questo caso? Raccontare è funzionale alla storia?" Perchè è inutile mostrare il "nulla", se nulla succede.
Spero di essere stato abbastanza esauriente, anche se riprenderò questo argomento in futuro, e lo ripeterò fino alla nausea.
"SHOW! DON'T TELL!"
Nel prossimo post riprenderò l'argomento "Personaggi", ma parlando solo del personaggio "cattivo", l'antagonista (Ovviamente ho un pensiero tutto mio sulla storia buoni\cattivi, ma attenderò un post particolare per dirlo) e come dovrebbe essere costruito.
Un saluto a tutti!
sono giunto per caso al tuo blog dal WD, ho letto e apprezzato!
RispondiEliminaMi piace come scrivi, hai un bel senso dell'umorismo e, se questi sono gli esempi, figuriamoci il romanzo. Penso che ci darò un occhiata...
A rileggerti
F.
Grazie 1000 Ferdinando... Sei il mio primissimo commentatore, e ne sono onorato. Grazie per le belle parole, e spero di non deluderti.
RispondiEliminaciao ho letto tutti i tuoi post e li ho trovati molto interessanti. Perciòti volevo chiedere un parere: se decido per esempio di inventare un animale che può cambiare taglia a suo piacimento devo dare un motivo a questa sua abilità?
RispondiEliminaCiao! Beh, non necessariamente, anzi, se nel tuo mondo il cambio di taglia di un certo animale è assolutamente normale, non vedo perchè tu debba spiegarlo. Mi spiego: Se decidi di infilare nella scena che stai scrivendo, un gatto (normalissimo gatto) ti soffermi a descriverlo!? (Magari 2/3 parole sul pelo, ecc, a nulla più) Il lettore già sa com'è fatto un gatto (almeno spero). Se questo animale mutaforma è abbastanza normale nella tua storia, dallo per scontato, ok, descrivilo per dare un'idea al lettore (magari lasciagli un po' di spazio all'immaginazione), ma fai in modo che il lettore "lo veda" e lo dia "scontato e normale" in quel mondo.
EliminaNon so se mi sono spiegato...
si è che visto che facevi giustamente notare che non si possono inventare cose a casaccio solo perchè è fantasy, allora mi era sorto il dubbio. Comunque grazie molte per i tuoi post
RispondiEliminaA girovagare per caso su internet in un periodo di "zero motivazioni, zero interessi", per così dire, ho trovato questo blog e ho letto quasi tutti i tuoi post. Li ho trovati molto interessanti, ma in questo vorrei mostrare un po' di disappunto, per quanto riguarda la regola del "mostrare, non descrivere". Si, a volte lunghe descrizioni sono noiose e/o pesanti, ma a volte sono meglio dei dialoghi, per due motivi:
RispondiElimina1) A volte gli stessi dialoghi sono insensati. Ad esempio, quando io parlo con qualcuno di una persona che entrambi conosciamo, nessuno dei due dice "Sai, ho visto Giangigetto questa mattina" "Ah, si, intendi quel tizio che..." "Si, proprio quello che ha comprato una Ferrari l'altro ieri" (esempio inventato al momento, so che fa schifo ma passaci sopra). Un dialogo più naturale è "Sai ho visto Giangigetto questa mattina" "Ah, si? E come stava?" e bla, bla, bla. Il problema è che, in questo modo, è più naturale, ma non fa passare nessuna, o quasi nessuna, informazione al lettore. Quello che voglio dire, è che più il dialogo è naturale, e meno informazioni fa passare, e più informazioni fa passare, meno è naturale. E, secondo me, i dialoghi non-naturali sono la cosa più pesante che si possa leggere in un libro.
2) Non sempre le descrizioni sono pesanti. Ad esempio, io ho sempre trovato noiose e inutili le descrizioni dei personaggi (alto/magro/bello/brutto/simpatico/scorbutico/ecc...): come hai detto tu, mostrarli invece di descriverli è molto meglio. Ma se si parla di personaggi passati (come il tuo mago Uluan), eventi e roba simile, trovo molto meglio le descrizioni. Proprio in questi giorni ho letto un meraviglioso romanzo intitolato Shogun (spero che non sia vietato fare pubblicità, dopotutto lo faccio a fin di bene): qui le descrizioni prendono spazi immensi, a volte anche più di una pagina, e poi la narrazione procede come se niente fosse. Ad esempio, ad un certo punto due personaggi nominano in un discorso la parola "Shogun", e il libro fa una digressione lunghissima su cosa sia lo Shogun, cosa sia l'imperatore, e su una porzione della storia giapponese che aveva visto tre famiglie samurai rivali scontrarsi per il titolo di Shogun; poi ha continuato su quanto fosse debole il potere imperiale, e poi ha narrato un'altra porzione di storia, per far vedere la storia dei primi Shogun e per dire al lettore che da tempo non c'era uno Shogun al potere; e ha concluso la digressione sulla famiglia di appartenenza di alcuni personaggi del libro (la discendenza era importante per diventare Shogun oppure no, quindi era importante dirlo). Tutta questa immensa digressione (che io ho riassunto in poche righe, ma che in realtà prendeva un po' di pagine) è incredibilmente lunga e spezza la narrazione, ma, sebbene l'intero libro ne sia pieno, io non le ho mai trovate né noiose né fastidiose.
P.S: Visto che l'ultimo commento risale a un bel po' di tempo fa, non so se leggerai il mio post... spero di si!
Beh, quello che tu dici è giusto e sensato, e infatti è proprio quello che io sostengo da sempre. L'uso dei dialoghi per far passare delle informazioni è infatti un trucco che molti usano, e che è bene evitare come la peste per via della sua innaturalezza, il tuo esempio di Giangigetto calza a pennello. Il mostra & non raccontare infatti lo si usa non tanto nei dialoghi, quanto nella narrazione in sè. Io sostengo lo "scrivere del movimento" per mantenere il più possibile il ritmo narrativo consono alla storia in quel momento.
EliminaPer quanto riguarda le descrizioni lunghe e le riflessioni, è vero, esistono libri come quello che hai letto tu (che io al momento ignoro) che usano pesanti e lunghe descrizioni, ma attenzione! Quello che tu mi dici che lo scrittore ha messo nella storia direi che è abbastanza indispensabile per il proseguito della storia stessa, quindi va bene... Il mostra & non raccontare non si può certo usare per passare informazioni del genere e quindi, se il ritmo narrativo lo permette, è giusto usarle. Ci vuole il tempismo giusto per tutto.
Io ti parlo di non usare cose del genere in momenti tipo... Durante una battaglia, per esempio. Si presuppone che durante una battaglia ci sia frenesia, gente che combatte, che muore, palle di cannone ovunque, caos... Io, da lettore, durante una scena del genere non gradirei essere interrotto da una regressione sulla storia della torre in mezzo alla fortezza assediata (dico così per dire), ma preferirei che il ritmo narrativo sia consono alla scena che l'autore sta cercando di farmi vivere.
Poi non so se mi sono ben spiegato, e ti ringrazio comunque del tuo commento.
P.S.
Il blog e la pagina FB la seguo, sì, non ho smesso. Solo che tra lavoro e tutto di un po' ho un attimo rallentato. Inoltre al momento ho mancanza di argomenti di cui parlare nel blog.
Si, si, ti sei spiegato benissimo: avevo frainteso questo post, credendo che sostenesse che i dialoghi siano SEMPRE da preferire... Anche io ritengo che ci sia il momento giusto per ogni cosa, e che lo stile debba cambiare di conseguenza. Grazie mille pe la risposta, mi ha chiarito il mio dubbio :)
RispondiEliminaP.S: Potresti, se non l'hai già fatto (se lo hai già fatto, pardon) scrivere un post su quel terribile nemico chiamato "L'inizio", secondo me è il nemico n°1 di uno scrittore.
Signori e signore, ecco un ottimo argomento per un post! Grazie 1000! Purtroppo ultimamente scrivo poco sul blog, ma più che altro perchè ho carenza di argomenti validi. Ti ringrazio, a breve mi ci metto e vedo un po' cosa posso fare.
EliminaAh, beh, sono felice di aver dato l'ispirazione :) Credo proprio che rimarrò da queste parti, così vedo un po' cosa scriverai (i tuoi post mi fanno sempre morire dal ridere!).
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