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mercoledì 15 febbraio 2012

DUELLI IN CHIAVE FANTASY

Ho letto cose che voi esseri umani non potete nemmeno immaginare... Ho letto di uomini coperti da armature complete tranciati in due da un colpo di spada, bambini sollevare spadoni a due mani, donne mingherline tendere archi con estrema facilità, e scoccare frecce oltre il chilometro... Ho letto tutto questo, e ogni volta ho sentito i brividi solcare la mia schiena, sì... Ma i brividi dell'ignoranza, che direttamente dal cervello degli autori di codeste colossali minchiate mi sono arrivati sino alle ossa.

Come avrete certamente intuito, il post di oggi sarà interamente dedicato a un argomento quasi sempre presente in un romanzo Fantasy, specialmente nella sua sotto-tipologia denominata Sword&Sorcery: Duelli & Armi, con annessi e connessi sull'uso delle stesse, e i vari ed eventuali errori che uno scrittore poco documentato e disattento compie regolarmente mentre è preso dall'entusiasmo dell'epica battaglia finale tra il cavaliere nero e l'eroe di turno. 
 
Per prima cosa, quando si vuole scrivere d'un duello (non di una battaglia né di una guerra, per quello ci vogliono altre conoscenze che riprenderò in un altro post), bisogna documentarsi un minimo. Non dico di essere esperti nella scherma, o provetti tiratori d'arco, ma almeno conoscere la differenza tra parole come: Fendente, stoccata, affondo, ecc., mi pare il minimo per riuscire a mostrare un buon duello (Ho detto “Mostrare” non a caso. Do you remember Show don't tell!?)

Oggi dedico questo bel post in omaggio ai tanti, tantissimi e troppi scrittori Fantasy che hanno commesso il solito errore di fondo, credendo che un'arma qualsiasi si possa maneggiare con la stessa facilità del pezzo di legno che usavamo da piccoli per giocare alla guerra con i nostri amici.
 
A me, personalmente, piace parecchio collezionare armi vere. In casa mia ho un arco indiano, una balestra inglese, una mazza chiodata, un coltello a lama ondulata, uno stiletto e, fiore all'occhiello della mia collezione, una spada spagnola, comprata nove anni fa in una fortezza nei pressi della bella, bellissima, Barcellona. Quando comprai la spada (Ovviamente una fedele riproduzione, spuntata e senza filo) volli subito provarla a casa mia, usando una vecchia sedia di legno come bersaglio, risultato: Vinse la sedia, e io mi procurai un atroce dolore al braccio... Riuscii solo ad affondare la lama per poco meno della metà nello schienale. “Ma come!?” mi dissi. “Io nei film ho sempre visto uomini troncati in due da un sol colpo di spada, e ora non riesco a tagliare in due il legno!?” 
Oh... Quanta stoltezza in quelle parole.

Perchè, vedete, ci sarà stato pure un motivo per cui i soldati, nel lontano (per esempio) medioevo, si addestravano nell'uso delle armi, formando veri e propri eserciti di specialisti nell'arte della guerra.

 Lui ha uno spadone enorme e pesante, ma lui RIESCE a usarlo. Tu NO!

Proseguo con un esempio pratico...

Poniamo il caso che la mia spada riacquisti improvvisamente filo e punta, essa pesa approssimativamente sui dieci, dodici chili, ed è lunga, dalla punta alla fine dell'elsa, circa un metro e mezzo (forse un po' di più). Immaginerete da soli che non deve essere stato facile per un soldato dell'epoca impugnarla e brandirla per tutto il tempo d'una battaglia, magari contro più avversari, magari provvisti pure di armatura e analoghe abilità. Quindi, la prossima volta che leggerete d'un ragazzino, mingherlino e appena quindicenne, che usa una spada lunga come fosse un fioretto, ponetevi qualche domandina sulla sanità mentale dello scrittore (a meno che lo stesso non spieghi particolari che renderebbero realistico il tutto).

Come sempre, se avete letto tutti i miei post sull'argomento Fantasy, premo parecchio sul non giustificare scelte assurde, insensate e illogiche con la buona vecchia frase: “Ma è Fantasy, chissene...” Perchè se dovesse passarvi in mente di coprirvi con un tale scudo, immaginatemi mentre esco dallo schermo del vostro computer cercando di strangolarvi.

Ma ora andiamo a vedere sotto i vari punti cosa intendo macinare in queste pagine...

  • USO DELLA TERMINOLOGIA + SHOW DON'T TELL!
Allora... Molto spesso gli scrittori, esordienti e non, abusano di certe parole senza conoscerne il reale significato, ma oggi questo periodo buio finirà, poiché vestito della mia nera armatura d'ombra, vi guiderò nel mondo della guerra con furia omicida!
Scherzi a parte... Vediamo alcune parole, non starò a dirle tutte tutte, ma alcune, usando uno degli strumenti che dovrebbero essere sempre presenti sulla scrivania d'un qualsivoglia scrittore che tale si ritiene: Il Vocabolario.

AFFONDO: Movimento in cui lo schermidore, partendo dalla posizione di guardia, conclude l'azione d'offesa portando avanti una gamba e stendendo l'altra, con il corpo in linea con questa, distendendo il braccio.
FENDENTE: Colpo vibrato dall'alto verso il basso, mirando alla testa, disimpegnando il proprio “ferro”da quello dell'avversario con un movimento dall'avanti all'indietro.
STOCCATA: Colpo che conclude un'azione di scherma, solitamente colpendo l'avversario con la punta del “ferro”.
COLPO DI TAGLIO: Colpo che usa la parte tagliente del “ferro”. Esistono varie versione di questo colpo, quali il “taglio (colpo alto) dritto\rovescio”, “falso taglio (colpo basso) dritto\rovescio”, “sgualembro (colpo obliquo alto) dritto\rovescio”.
(PER L'ARCO) INCOCCARE\SCOCCARE: Mettere la freccia con la cocca (solco alla base della freccia) contro la corda dell'arco \ Lanciare la freccia.

Comunque non voglio certo starvi a dire di leggere tutto un vocabolario per ogni scontro armato che volete inventare, ma solo di stare attentissimi alle parole che usate. Ci sono altri e validi metodi per descrivere uno scontro senza necessariamente conoscere la terminologia esatta (anche perchè, molto spesso, il lettore non sa un'acca di scherma, e risulterebbe molto più facile per lui capire cosa sta accadendo). Allego, per chi avesse voglia di leggerlo, un link con un buon articolo che parla di una ricerca sulla scherma medievale, può esservi utile nel caso vi venisse qualche dubbio (QUI).
Comunque, tornando all'argomento scrittura, vi faccio un triplice esempio, i primi due “corretti”, il terzo “sbagliato”:

Esempio 1.
Maul caricò il fendente con tutta la forza che aveva, ma Dom fu lesto a frapporre la spada, ritrovandosi però a dover reggere tutto il peso del gigante. “Muori! Muori!” gli gridò Maul.
Dom sentiva le mani fredde, deboli, la vista annebbiata, le braccia tremanti. “No!” gridò, mentre scalciava alla cieca. Maul lanciò un sordo rantolo bavoso, la bocca aperta in cerca d'aria, mentre veniva sbalzato via. Dom colse l'occasione e si rialzò, concludendo il duello con un preciso affondo al petto.

Esempio 2.
Maul sollevò la spada sopra la testa e menò, ma Dom riuscì a bloccare il colpo frapponendo il taglio della spada [...] gigante. “Muori! Muori!” gli gridò Maul.
Dom sentiva [...] tremanti. “No!” gridò, mentre scalciava alla cieca. [...] Dom colse l'occasione e si rialzò, infilando poi la punta della sua spada nel petto di Maul.

I due spezzoni mostrano la stessa cosa, il primo con la terminologia (fendente, affondo) mentre il secondo senza terminologia (sostituendo i termini con un'azione più spiegata)... La cosa che li rende “reali” è il fatto che non sono “raccontati”, bensì “mostrati”, e il lettore vede ciò che ho visto io, né di più, né di meno.

Esempio 3.
Maul (1) lasciò partire un colpo, che Dom riuscì a parare. “Muori! Muori!” gridò Maul, mentre spingeva la spada (2) nel tentativo di far cedere le difese di Dom.
Dom (3) era stanco e debole, troppo per reggere il peso del suo enorme avversario. “No!” gridò, mentre scalciava alla cieca. Maul fu colpito in pieno (4) e non riuscì a respirare per qualche secondo, cosa che consentì a Dom di rimettersi in piedi, (5) e menare un colpo preciso al suo petto.

Qui, invece, “racconto” cosa succede (numeri 2, 3, 4), oltre a usare parecchie inesattezze che rendono difficile la lettura (1, 5), ovviamente forzate di proposito...

Prendiamoli uno per uno:
Numeri 1, 5 – Inesattezze fastidiose.
1: “lasciò partire un colpo, che Dom riuscì a parare” – Come? In che modo? Rileggete lo stesso passaggio degli altri 2 esempi, vi accorgerete da soli della differenza.
5: “e menare un colpo preciso al suo petto” – Come sopra.
Numeri 2, 3, 4 – Raccontato.
2: “nel tentativo di far cedere le difese di Dom” – Non vedo nulla, ma solo le intenzioni che ha Maul (che già di per sé sono ovvie), quindi non devo capire, e non mi immedesimo... Invece: “spingendo con tutto il peso del suo enorme corpo.” è ben più “attiva” come descrizione, e il lettore percepisce da solo cosa Maul sta cercando di fare, e non mi occorre dirlo da narratore esterno.
3 & 4: Dire che era “stanco e debole”, così come dire che “non riuscì a respirare per qualche secondo” non è come lasciar capire al lettore cosa succede facendoglielo vedere: “sentiva le mani fredde, deboli, la vista annebbiata, le braccia tremanti.” & “lanciò un sordo rantolo bavoso, la bocca aperta in cerca d'aria” lasciano da soli intendere che nel primo caso il personaggio era allo stremo, mentre nel secondo che il personaggio ha difficoltà respiratorie.

  • RAPPORTO ARMA\FORZA DI CHI LA USA
Altro argomento dolente per la maggior parte degli scrittori...
Come vi ho detto in precedenza, usare uno spadone a due mani che pesa dodici chili non è affatto facile, e già per un uomo adulto non addestrato può risultare arduo maneggiarla, figuriamoci per un bambino\ragazza\vecchio. Stesso dicasi per una mazza, o qualsiasi arma che sia abbastanza pesante (passi un coltello, o qualsiasi arma leggera, ma ogni arma ha i suoi pro e i suoi contro, che uno scrittore dovrebbe sapere), senza contare eventuali armature indossate, le quali dovrebbero dare vantaggi a livello protettivo, ma taluni svantaggi a livello di agilità e movimento.
Ma andiamo avanti con un'altra arma abusata e particolare, a cui dedico una parte del post: L'Arco

 Robin Hood ti sta mirando uno scrittore che non si è documentato prima di scrivere, e di sicuro non lo mancherà!
 
Tutti siamo cresciuto col mito di Robin Hood e la sua abilità d'arciere, ma non tutti hanno avuto la possibilità di tirare d'arco e quindi di sapere che, specialmente per certi archi, il solo “tendere la corda” necessita di non poca forza. Vi faccio un esempio pratico di ciò che so e che ho letto in vari libri e siti internet (l'argomento è vasto e non semplice, ma cercherò di essere pratico e conciso).
Dunque... Come esempio voglio prendere il classico Longbow inglese (sempre Robin Hood per intenderci). Lungo circa 2 metri (la lunghezza variava in base all'altezza dell'arciere), poteva arrivare a circa 200 iarde di distanza (circa 180 metri). Il lancio in guerra avveniva a parabola, mentre un lancio dritto (il classico alla Legolas), penetrava armature (intendo forare, non trapassare da parte a parte) entro gli 80-100 metri, a seconda della forza dell'arciere (quindi non sempre il colpo è mortale, specialmente se la vittima è ben protetta). Quindi... Se consideriamo tutto questo (a meno di archi speciali\magici ben spiegati dall'autore della storia) si può dedurre che leggere di cavalieri in armatura falcidiati da piogge di frecce mortali a distanze di oltre 200 metri risulta difficile da credere. Inoltre, per tendere l'arco alla massima potenza e ottenere discrete prestazioni, bisognava possedere forza e tecnica, e un ottimo addestramento. Un autore che fa usare l'arco a un bambino\a o a una donna\uomo, mai scesi in battaglia né addestrati, al pari d'un arciere specializzato, mi fa venir voglia di chiamare il 113.

E allora, all’improvviso, le frecce crosciarono come una pioggia, e il nemico, stupito dall’inaspettata pioggia mortale, si fermò e perse la sicurezza, e tutti levarono lo sguardo al cielo, stupiti. [...] sugli spalti, le mogli, le figlie, le madri avevano preso gli archi dei loro padri, fratelli, figli e mariti, e adesso tiravano sull’esercito nemico.”
(Tratto da “Gli Eroi del Crepuscolo” edito Einaudi, di Chiara Strazzulla)

Non entro nel merito del libro (a recensirlo come si conviene ci hanno già pensato QUI), però questo è il classico esempio di come NON far usare le armi, dato che mogli, madri, ecc., in quella storia, non hanno mai ricevuto un minimo di addestramento.

In generale, comunque, non dico di impararvi a menadito tutte le caratteristiche dei vari archi\spade\mazze\spadoni\balestre\ecc., e scrivere tutto alla perfezione, ma almeno di non vagare nell'assurdo. Un'occhiata a Wikipedia può risolvere molti più problemi di quanto immaginate: “Ok... Arco lungo, gittata 200 metri, perfora armature a 100. Memorizzato. Mmm... Spadone a due mani, 15 Kg, lunghezza 1 metro e 80. Memorizzato.” E lì a regolare le vostre scene di battaglia in base a questi elementi.
In soldoni: Prima di far usare un'arma al vostro personaggio, chiedetevi se è in grado di usarla.

  • DUELLI & CAOS
Un'altra bega da risolvere per quanto riguarda lo svolgimento di un duello tra il nostro cavaliere nero e l'eroe, è il luogo, il ritmo, e la durata. Perchè introduco questo argomento? Perchè, come è ovvio, bisogna sempre tener presente alla verosimiglianza della nostra storia, e al fatto che, chi ci legge, non deve mai annoiarsi, specialmente quando si trova a immaginare una scena adrenalinica come un duello o una battaglia.
  • DOVE
Ovviamente non siete mai stati in guerra nel lontano medioevo, ma avrete di sicuro visto film o letto libri. Il caos regna nel campo di battaglia, e raramente si può trovare scontri leali e cavallereschi 1 vs 1 mentre tutt'attorno piovono frecce, esplodono bombe, e uomini (e non) si scambiano colpi mortali cercando di arrivare a fine giornata con le loro gambe.
Quindi, per prima cosa, bisogna sempre tener ben presente il “dove” si svolge il nostro duello, e regolarci di conseguenza. Se i due contendenti si trovano a duellare da soli in un campo d'addestramento, allora possiamo rallentare un po' e concentrarci sul solo duello, anche se comunque l'azione non sarà sicuramente statica. Se i due si trovano a combattere su una zattera sballottata dalle correnti d'un fiume, bisognerà stare attenti a come muoviamo i nostri personaggi, e tener conto del terreno di lotta. Insomma... Regolate l'andamento del duello in base al luogo.

  • RITMO
Questo va abbastanza a braccetto con il “dove”. Inserire descrizioni può essere deleterio per una scena di lotta ben scritta. Il ritmo è tutto. Io, personalmente, preferisco far palpitare il cuore del lettore, piuttosto che lucidargli gli occhi con particolari inutili alla scena. Se i mie due personaggi si stanno fracassando di botte a colpi di spada non mi interessa far sapere che tipo d'armatura indossano (a meno che non sia funzionale alla storia). Tenendo dunque conto del luogo e della situazione, bisogna cercare di dare un ritmo rapido, poiché (quasi sempre) i duellanti stanno combattendo per le loro vite, e raramente si fermeranno a dialogare o ad ammirare il paesaggio, ma penseranno alle loro luride pellacce. Di solito cerco di dare il ritmo allo scontro in base alla “velocità di lettura”, una specie di: “Lo scontro viaggia alla stessa velocità con cui il lettore divora le righe di cui è composto.”. Poi ci sono anche delle eccezioni, ma quello è un altro discorso.

  • DURATA
Qui siamo più sul soggettivo, ma è un argomento comunque importante, secondo me. La durata di uno scontro deve essere credibile, poiché trovo assurdo che, considerando fatica\ambiente circostante\ferite\ecc., lo scontro si protragga troppo a lungo. Un esempio può essere un duello in mezzo al caos della battaglia: È assai difficile che due soldati non vengano interrotti\attaccati alle spalle da altri\colpiti da frecce vaganti\ecc., mentre combattono tra loro. Qui bisogna ponderare bene la cosa, e fare in modo da rendere tutto il più realistico possibile. Poi nulla vieta di far finire la battaglia prima del duello stesso...

Beh... Siamo giunti alla fine del post e, come sempre, spero di essere stato esaustivo e chiaro nello spiegare un argomento delicato come questo. Ovviamente per spiegarlo al meglio ci vorrebbe molto più tempo e pagine, e credo che lo riprenderò in futuro.
Il prossimo post, per rimanere in linea, vedrò di farlo sulle tanto ignorate tattiche militari in una guerra, cercando di spiegare al meglio come un esercito dovrebbe muoversi.

Nel frattempo... Un saluto a tutti!

5 commenti:

  1. Ciao,volevo chiederi un consiglio. Anche se hai scritto il post un po' di tempo fa,spero che tu mi risponda comunque. Secondo te scrivere un fantasy in prima persona è plausibile? Finora io ho scritto in prima persona,però quando si tratta di descrivere battaglie e scene di guerra mi risulta più difficile che non narrandole in terza persona. Puoi darmi qualche dritta? Grazie in anticipo. ciao
    Gaia

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  2. Certo che è plausibile! Nulla ti vieta di farlo e, anzi, alcuni ottimi Fantasy (Ovviamente non Italiani) erano scritti in prima persona. Per le scene di battaglia devi fare attenzione a come gestisci il punto di vista, perchè se passi dalla prima alla terza persona così, senza "avvertire" il lettore, rischi di creare confusione. Ovviamente se scrivi tutto in prima persona non devi mai mollare il personaggio, ma nulla vieta di cambiare i punti di vista con uno stacco di paragrafo, o un capitolo nuovo, alternando terza e prima persona. Il bello dello scrivere è il fatto di non avere limiti, purchè il lettore non storca il naso. Spero di esserti stato utile.

    P.S.
    Non sto aggiornando il blog da un po', solo perchè sto preparando un viaggio, ma presto tornerò a scrivere.

    Ciao!

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  3. Grazie mille per la risposta,mi è stata molto utile. Devo dire che finora tutti i tuoi post mi sono stati di grande aiuto!
    Grazie ancora. Ciao

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  4. dove posso trovare la continuazione o una spiegazione più approfondita? complimenti comunque, sei stato molto utile!

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  5. So che hai scritto questo articolo più di 5 anni fa (quasi 6, ormai), ma vorrei un tuo parere su una scena di un duello 1v1 che sto scrivendo (ammesso che tu sia una delle "persone più affidabili" in ambito delle descrizione di duelli).

    Sarebbe possibile parlarne in via privata per e-mail, così da non dover scrivere un muro di testo (sia da parte mia che tua)?

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